“E’ veramente difficile trovare segni di crescita nel nostro Paese – ha esordito Enrico Migliavacca, vicepresidente di Coop, presentando alla stampa l’annuale rapporto su consumi e distribuzione -. La crescita del Pil è molto rallentata e le famiglie attualmente stanno usando i propri risparmi per mantenere livelli di vita decorosi. La crisi genera scarso tasso di occupazione giovanile e i giovani stessi dimostrano di non credere più nella scuola. A livello internazionale rivelano buone performance i Paesi emergenti. Invece la nostra Penisola è fra le nazioni più colpite. Nel 2011 i consumi pro capite sono tornati i livelli di 10 anni fa”.

Un quadro, insomma tutto fatto di ombre con una forte accentuazione del gap fra Nord e Sud: il Mezzogiorno rappresenta drammaticamente l’epicentro della crisi.

Per fare quadrare i magri bilanci le famiglie italiane sacrificano i consumi non-food (auto, arredo casa, multimedia, elettrodomestici e abbigliamento), ma tagliano anche gli alimentari e modificano il carrello della spesa, dove tornano a crescere i prodotti di base (olio d’oliva, latte uht, tonno in scatola). I nostri connazionali sono sempre più sobri (più consumi in ambito domestico), più abili (cercano le promozioni e privilegiano i discount) e soprattutto sempre più pessimisti (il 42% dichiara peggiorate le proprie prospettive di lavoro; un anno fa l’indice era al 23%).

E l’inflazione galoppa. Secondo Vincenzo Tassinari, presidente del consiglio di gestione Coop, “la distribuzione si è molto impegnata, rinunciando a una parte dei propri margini, per contenere i prezzi. Purtroppo attualmente siamo di fronte a una manovra economica che, a partire dall’aumento dell’Iva, non farà altro che ridurre ancora il potere di spesa. I provvedimenti varati dal Governo vengono per giunta a impattare su categorie già in recessione: automobili, chimica per il consumo, vestiario, alcuni generi di alimenti di lusso. Devo dire che la soluzione che intravedo è di fare sistema con l’industria per reagire a un futuro preoccupante, anche se devo anche rimproverare ai produttori di essersi impegnati molto meno del commercio  per contenere gli effetti inflativi, già forti per i continui rincari delle materie prime”.

In tutto questo scenario Coop comunque non rinuncia a un robusto piano di investimenti e lancia, da qui al 2013, un programma da 500 milioni di euro che prevede 54 nuovi punti di vendita (44 supermercati e 10 ipermercati), per 125.000 mq di superficie di vendita.