Dati da brivido: l’indice grezzo Istat ad aprile fa segnare un -6,8%, di cui il -6,1% dovuto al food e -7,1 al non-food. “Il crollo dei consumi alimentari – spiega il presidente di Federalimentare, Filippo Ferrua – è un’ulteriore conferma di quanto la durata della crisi stia intaccando profondamente il potere d’acquisto delle famiglie italiane, strette tra la morsa di una crescente pressione fiscale e del logoramento del reddito, con inevitabili conseguenze sull’industria del settore. Se nel primo trimestre i consumi alimentari in quantità son calati di oltre il 2%, il tonfo di aprile, mese in cui tra l’altro ricorrevano le festività pasquali, è il segnale di un anno molto difficile. È assurdo pensare in questa situazione di introdurre nuovi balzelli. Servono piuttosto misure per rilanciare i consumi e sostenere le esportazioni, canale sempre più rilevante per l’industria alimentare italiana”.

Altri motivi di grande stupore arrivano da Coldiretti. Una rilevazione lampo mette in luce che per la prima volta, dopo 10 mesi, sono in calo anche le vendite nei discount alimentari che fanno segnare una riduzione record del 3%. Così cede anche l’ultima linea di difesa, quella del low cost. Istat, analizzando le cifre relative al commercio al dettaglio, dimostra che bisogna risalire a luglio 2011 per trovare una riduzione tendenziale seppur minima (-0,9%), del sell out dei discount alimentari.

Rincara la dose Cia, Confederazione italiana agricoltori, che mette l’accento sulle perdite anche degli altri canali: ad aprile non crollano soltanto i piccoli negozi di quartiere (-8,7%), ma anche i supermercati (-5,3%) e gli ipermercati (-4,2%). Quasi la metà delle famiglie “taglia” sulla tavola, riducendo soprattutto gli acquisti ortofrutticoli, quelli di carne rossa e quelli di pane.