di Luca Salomone

Colpo di scena: dopo quattro anni di partnership commerciale Carrefour Italia e Apulia distribuzione hanno deciso di sospendere la partnership sugli acquisti.

Il motivo, secondo una breve nota congiunta, è da ricercarsi “in orientamenti differenti sulle future strategie commerciali, su scala nazionale e internazionale”.

Apulia, affiliata al gruppo francese dal 2019 (data dell’accordo), o dal 2020, se si considera il momento del rebranding, è master franchisor Carrefour per la Puglia, la Calabria, la Basilicata, la Campania e la Sicilia e continuerà, nel 2024, a operare mantenendo l’utilizzo dell’insegna alla quale si è maggiormente legata.

“Carrefour Italia – si legge – proseguirà inoltre nello sviluppo e nel rafforzamento della propria presenza su tutto il territorio nazionale con la formula del franchising e del master franchising, confermando, tra l’altro, la consolidata partnership con Etruria retail”, passata anch’essa sotto i colori del gruppo d’Oltralpe nel 2019-2020 e operativa in Toscana, Lazio, Umbria e Liguria.

Difficile trovare una ragione diversa da quella ufficiale a un episodio che, se non si può chiamare divorzio, è almeno una separazione sotto lo stesso tetto.

Apulia, con sede a Rutigliano, in provincia di Bari, è, in teoria, un alleato da non perdere, visto che ha un rete di 326 negozi (comprese le insegne, non Carrefour, Tuttorisparmio, cash & carry, Ils discount e Supermercato Like) e un fatturato che supera gli 800 milioni di euro. Aggiungiamo che, proprio negli ultimi anni, l’affiliazione è diventata, per Carrefour, una formula nettamente preferita (in modo globale) alla conduzione diretta, coprendo, nella sola Italia, 1.200 punti vendita su un totale di 1.500. E tale strategia è coerente con il rapporto intrattenuto, fin dall’inizio, con Apulia.

Va detto però che il gruppo, tramite Carrefour France, ha creato, nell’autunno del 2022, una propria centrale, Eureka, con sede a Madrid, la quale si occupa delle negoziazioni commerciali nei suoi 6 maggiori mercati europei: Francia, Spagna, Italia, Belgio, Romania e Polonia. E questa nuova realtà ha già portato, in estate, allo scioglimento di Aicube 4.0, centrale di acquisto creata con Végé.