I dati elaborati da Unaitalia sull’andamento del mercato descrivono un settore solido, capace di esprimere le sue potenzialità anche in tempi di crisi. Nel 2012 il comparto ha prodotto un milione e 261mila tonnellate di carni avicole, (+ 2,3% sul 2011) oltre 12 miliardi di uova nel 2012 (-1,3% sul 2011), per un fatturato di settore pari a 5750 milioni di euro.

Più in dettaglio, secondo le rilevazioni dell’associazione, gli italiani, lo scorso anno, hanno consumato 19,44 kg pro-capite di prodotti avicoli, pari al 4,1% in più rispetto all’anno precedente. In particolare, il pollo compare più spesso sulle tavole nostrane (12,73kg nel 2012), rispetto al tacchino (4,12) e alle altre specie (1,11kg).

Al riguardo, l’elaborazione Unaitalia sui dati di consumo dal 1950 fino al 2012 fa comprendere quanta strada abbia fatto il comparto, un tempo “Cenerentola” della zootecnia, fino ad arrivare alle posizioni odierne. Dalla media di 1,60 kg di carne avicola mangiata dall’italiano nel 1950, si passa ai 2,40 del 1960, per poi arrivare ai numeri a due cifre degli anni 70, con 12 kg. Dagli anni ’90, grazie alla valorizzazione degli aspetti salutistici della carne avicola, ci si attesta sui 18 kg pro-capite, per arrivare a 19,44 kg lo scorso anno.