I giudici della Corte d'Appello di Milano hanno appena confermato le conclusioni del lodo arbitrale sulla proprietà delle azioni di Esselunga, favorevoli al padre e impugnate dai figli. La prima sezione civile ha giudicato rilevante il contenuto delle scritture private del 1966, dalle quali emerge chiaramente che le  azioni erano state intestate dal papà a Giuseppe e Violetta in via fiduciaria con il diritto di Caprotti di rientrare nella piene proprietà con una semplice comunicazione alla società fiduciaria.

Proprio per quelle scritture private dal 1996 al 2011, la proprietà della holding che controlla Esselunga era attribuita in usufrutto al padre e ai figli in proprietà. Tale assetto doveva garantire la leadership al fondatore e cominciare a preparare la successione. Nel 2011 però, l'imprenditore, classe 1925, ha deciso di riprendersi quelle quote in polemica con i figli. Immediata la reazione di Giuseppe e Violetta che si sono rivolti ai giudici, a quanto pare invano.