Nel 2012, secondo le elaborazioni ASSICA sui dati ISTAT, le esportazioni dei salumi italiani hanno superato quota 138.440 ton (+3,8%), segnando un nuovo importante record in valore: 1,116 miliardi di euro (+7,2%).

Questo dato positivo, che in termini di fatturato è migliore sia di quello dell’industria alimentare (+6,9%) sia di quello dell’industria nel suo complesso (+3,7%), è determinato in particolare da un vero e proprio boom delle esportazioni extra UE. Infatti, mentre l’acquisto dei nostri salumi in Europa è cresciuto solo dell’1,3% in quantità e del 4,6% in valore, gli invii verso i mercati extracomunitari, come USA, Giappone, Canada, Russia e Hong Kong sono complessivamente aumentate del 12,7% in quantità e del 16,5% in valore.

Questi dati sono il frutto, da una parte, della crisi internazionale, che è sempre più una crisi europea, e dall’altra della grande capacità delle imprese produttrici del settore di penetrare sempre più mercati geograficamente o culturalmente lontani. Nonostante le difficoltà rappresentate dalle barriere tariffarie e non tariffarie, infatti, il comparto ha mostrato una straordinaria capacità di reazione, puntando con grande decisione sui Paesi più promettenti e raccogliendo un risultato straordinario anche a dispetto del venir meno delle restituzioni alle esportazioni, azzerate dalla Commissione ad aprile 2012.