Un rilancio in grande stile: posizionamento, brand, offerta, fatturato. L’azienda laziale, acquisita un anno e mezzo fa dalla multinazionale spagnola Campofrio, ha presentato stamane alla stampa la propria strategia di sviluppo. Una strategia che – ha sottolineato il direttore marketing Eric Villain - partendo da un nuovo posizionamento e da una nuova brand identity si prefigge cinque obiettivi chiari: «capitalizzare il valore percepito di un brand storico, cogliere le opportunità dovute al cambio di posizionamento,  integrare la strategia di marca con un piano strategico di business, rendere coerente il tutto con una strategia di comunicazione e sedimentare il rapporto di credibilità e fiducia della marca rispetto alla Gdo».

 «E’ nostra intenzione continuare a essere un’azienda generalista –ha aggiunto l’ad Athos Maestri - crescendo nel banco taglio, specie con la mortadella, dove siamo leader in Italia, il cotto e il salame. Ma cercando al tempo stesso di orientarci anche al mondo del libero servizio, specie con alcune categorie che industria e trade stanno trascurando, come i tranci, e con lo sviluppo della nostra presenza negli affettati. Senza disdegnare il mondo della convenienza, sia pure con la giusta qualità».

Fiorucci, che dovrebbe chiudere il 2012 con un fatturato intorno ai 220 milioni di euro (il 40 per cento dei quali generati nel canale moderno), si attende una significativa crescita delle vendite da questo rilancio, con l’obiettivo di raggiungere i 300 milioni di euro nell’arco del prossimo triennio.