I 17 negozi italiani di Bio C’ Bon, tutti collocati a Milano, chiuderanno i battenti, al più tardi, sabato 19 dicembre. L’insegna francese (circa 150 Pdv in Europa), entrata in crisi a causa di 200 milioni di debiti e finita, in settembre, in amministrazione controllata, è stata infatti rilevata, a inizio novembre, per 60 milioni di euro, da Carrefour, ma solo per la rete dell'Esagono, che conta 107 punti di vendita.

I negozi della nostra Penisola, che danno lavoro a 100 addetti, fanno capo a Bio 'C Bon centrale acquisti Italia Srl di Novara, fondata nel 2015, alla quale, evidentemente, la multinazionale francese non era interessata.

Il nostro mercato, pur essendo in crescita, è, ormai - secondo il 'Focus Bio Bank: supermercati e specializzati 2020’ - in mano alla Gdo, che ha messo a segno, fra il 2010 e il 2020, un’evoluzione della quota di mercato di 20 punti, passando dal 27 al 47 per cento, e raggiungendo 2 miliardi di vendite (+2% nell’ultimo anno),

Parallelamente gli specialisti bio – sempre secondo Bio Bank - sono caduti, dal 45 al 21%, totalizzando, quest’anno, 924 milioni di euro, con una crescita, però, apprezzabile e pari all’8 per cento. Ma quasi la metà di questo valore è realizzato dal leader, EcorNaturasì: 400 milioni di fatturato consolidato e una rete di 500 punti vendita, sotto le insegne Cuore Bio e NaturaSì.

Rimane aperto, a questo punto, un interrogativo sui Bio C' Bon attivi nelle altre nazioni europee, ossia Belgio (12), Spagna (3 insediamenti) e Portogallo (1 negozio a Lisbona).