Continua il difficile momento congiunturale per il canale moderno: il 2013 non sembra lasciar intravedere, almeno per il momento, cenni di ripresa. E’ importante dunque per la grande distribuzione elaborare al meglio le proprie strategie, valorizzando i propri plus. Sisa, come ci ha spiegato il Presidente Sergio Cassingena sta puntando sulla private label cercando di spingere il consumatore a prediligerla rispetto all’industria di marca, poiché in tal mondo può avere un risparmio maggiore e uno spending minore.

A livello di fatturato, come si è chiuso il 2012 e come sta andando il 2013 (primo semestre) per Sisa?

Considerando il target di riferimento, ovvero i punti vendita di prossimità, il 2012 mediamente si chiude dalla parità a un -4/-5%, parlando di corrispettivo, quindi di incasso. Nel primo semestre 2013 siamo approssimativamente sugli stessi numeri.
Quindi possiamo dire che si tratta di un dato leggermente negativo.
Sì, leggermente negativo, alternato di mese in mese, tenendo conto della media dei sei mesi, in cui il mix promozionale più o meno si livella, se a un primo quadrimestre eravamo meno in sofferenza, ci sono stati un brutto mese di maggio e un giugno non molto positivo, che hanno influenzato ovviamente il semestre.

A livello di sviluppo rete di punti vendita invece?
Siamo sostanzialmente in parità, non abbiamo avuto grandi sviluppi né grandi diminuzioni, ormai le nuove aperture sono estremamente limitate e in sostanza pareggiano le chiusure che ci sono state. Nuove adesioni dagli associati sono arrivate invece prevalentemente dalla zona del Centro Italia.
Avete elaborato una strategia anticrisi per far fronte alla contrazione dei consumi che si protrae da mesi?
Le strategie sono in continua evoluzione, ma purtroppo si scontrano con la diminuzione della spesa da parte del consumatore. Sisa sta continuando a investire sulle promozioni che ormai riempiono in modo esclusivo il carrello. Al di là delle nuove strategie che puntano a valorizzare sempre di più la private label, cerchiamo di portare il consumatore a prediligerlo rispetto all’industria di marca, poiché in tal mondo può avere un risparmio maggiore e uno spending minore. Negli ultimi dodici mesi , in particolare negli ultimi sei, Sisa è in notevole crescita nelle quote a marchio.

Quest’anno avete ampliato l’offerta di prodotti a marchio?
È un discorso legato a una maggior presenza promozionale che aumenta il differenziale di prezzi che ci sono al pubblico fra un prodotto a marchio e industria di marca, anche quando questa è in promozione, e questo ormai il consumatore sembra averlo recepito e anche gradito. Siamo arrivata ad una crescita del 30% negli ultimi sei mesi sulla quota a marca privata. Eravamo già ben allineati e questo 30% ci porta ancora più su.

Immagino, quindi, che facciate largo uso del volantino promozionale...
Sì, noi utilizziamo moltissimo i volantini e vediamo che ancora è il mezzo più gradito al consumatore. Inoltre Sisa da tre anni investe molto in televisione e in radio e laddove va in onda registriamo aumenti sensibili dei nostri corrispettivi.

Per quale motivo tendete a preferire il canale tradizionale rispetto ai nuovi media?
Dal prossimo anno utilizzeremo anche i canali digitali. Siamo partiti da quelli tradizionali perché sono i canali con maggior audience, abbiamo raccolto i dati e adesso proveremo, faremo dei test anche sul digitale.Vedremo quali saranno i risultati negli ultimi quattro mesi dell’anno e poi decideremo come proseguire per il 2014.

A livello di sostenibilità avete in cantiere progetti e/o iniziative?
Noi abbiamo sempre i nostri due progetti che una volta avviati vanno mantenuti, specialmente quello del villaggio in Etiopia che ormai ha avuto uno sviluppo ingente rispetto a quando abbiamo iniziato dieci anni fa. Oggi ha attratto numerose popolazioni per cui è diventato quasi una città. Continuiamo a mantenere e sostenerlo (abbiamo costruito una clinica) sia per quanto riguarda i medici e gli insegnanti. Inoltre continuiamo a sostenere l’associazione bambini cardiopatici nel mondo.

Qual è la sua previsione per la fine dell’anno in corso e l’inizio del prossimo?
In questo modo gli indicatori non danno indicazioni come sembra di avvio a soluzione. Se avessimo anche una crescita 0 saremmo a livello inflattivo, ma non ci siamo ancora e non mi sembra ci si stia andando per cui prevedo una fine dell’anno più o meno in linea con quella dell’anno scorso dove si è rarefatta la diminuzione ma non più di tanto. Non individuo indicatori che possano far presupporre per la fine dell’anno un Natale diverso da quello dell’anno scorso. Qualcosa sì, qualcosa si migliora, abbiamo più consumatori che consumano in casa il pranzo di Natale e le feste, come l’anno scorso. Per il 2014 non mi sento di dare una risposta, bisogna vedere cosa succederà nei prossimi 4 mesi.


Stefania Lorusso