Conservare la tradizione di famiglia, offrendo ai consumatori prodotti sempre nuovi e innovativi: questa è la mission di Monari Federzoni, azienda modenese che nel 2012 ha festeggiato il centenario. Il gruppo, che esporta in tutto il mondo il 60% della propria produzione, sviluppa per ogni Paese una strategia ad hoc, cercando di soddisfare al meglio le esigenze di ogni mercato. Rispondere efficacemente alle richieste dei consumatori, infatti, è di primaria importanza per l’azienda che, dopo aver lanciato l’Aceto Balsamico Spray, si appresta ad arricchire anche la linea Salse e Creme. Ne abbiamo parlato con Sabrina Federzoni, amministratore delegato del gruppo.



Monari Federzoni è un’azienda italiana storica, specialista nella produzione di Aceto Balsamico di Modena. Qual è la vostra mission?

Monari Federzoni ha 100 anni, è stata fondata dalla mia bisnonna nel 1912 ed è sorta da una piccola realtà artigianale, un’osteria come vendita di prodotti sfusi tra i quali sin dai primi anni si è evidenziato come l’aceto balsamico di Modena aveva un ruolo molto importante tant’è che con il passare del tempo sono state abbandonate le altre attività ed è stata mantenuta questa. Alla mia bisnonna è succeduto mio nonno e poi mio padre. Io rappresento la quarta generazione. Monari Federzoni è ancora un’azienda di piccole-medie dimensioni, fortemente radicata nel territorio, noi siamo nella campagna modenese; abbiamo la coltivazione di tutte le uve che utilizziamo per i prodotti invecchiati e quelli di alta qualità con l’obiettivo di avere l’incontro dell’intera filiera produttiva. La nostra mission è vendere il nostro prodotto nel rispetto della tradizione e delle conoscenze accumulate in questi anni ma anche usufruendo delle più moderne tecnologie indispensabili per garantire il consumatore su ciò che acquista e mantenere le caratteristiche chimico-fisiche e organolettiche del prodotto.



Di recente avete festeggiato 100 anni di attività. Cosa ha significato per voi arrivare a questo traguardo?



Essere un’azienda con tanti anni di tradizione alle spalle non è semplice: da un certo punto di vista è una grossa responsabilità di continuare quello che altri hanno iniziato tanto tempo prima ma in una realtà diversissima da quella che ha permesso all’azienda di svilupparsi. Dall’altra parte c’è un forte ottimismo dovuto dalla consapevolezza che se l’azienda è riuscita a superare due guerre mondiali, periodi di crisi pesanti, confido che sia in grado di resistere a un momento di recessione economica come quello attuale.



Com’è cambiato e si è evoluto il settore nel tempo?



Attualmente il prodotto rappresenta un volume d’affari attorno ai 900mila hl di cui solo il 10% viene venduto in Italia e tutto il resto all’estero, quindi è un mercato fortemente focalizzato sul mercato mondo non solo sul mercato Italia. Lo scenario competitivo è diventato molto più difficile negli ultimi 20-30 anni e aggiungerei in concomitanza con l’esplosione del mercato stesso. Oggi la concorrenza è forte: sono circa un’ottantina i competitor del settore e questo da una parte permette di migliorare il prodotte perché fa sì che le aziende studino per offrire prodotti qualitativamente sempre migliori e sfruttino tutte le efficienze produttive ma rende anche un pochino più difficile l’operato. Fortunatamente la icp che noi abbiamo ottenuto, sia pur con un po’ di ritardo un paio d’anni fa, ha finalmente dato regole certe e questo è un grosso aiuti per poterci aiutare a sviluppare nel futuro perché sono norme che tutti devono rispettare.

Qual è la vostra strategia per distinguervi a scaffale dai competitor? Puntate sul packaging, sul materiale…



Credo che oggi non si possa puntare su una strategia univoca, è sempre un insieme di vari elementi. La nostra azienda è posizionata attualmente su un mercato medio alto, vendiamo ancora prevalentemente aceto balsamico di Modena a nostro marchio; solo negli ultimi anni abbiamo affrontato con impegno il mercato delle private label che sta galoppando a due cifre quindi la nostra specialità è essere focalizzati nel settore medio-alto, essere un’azienda mono prodotto e pertanto abbiamo sviluppato un altissimo numero di referenze proprio per cercare di soddisfare tutte le esigenze di mercato sia in Italia che all’estero.



Quanto conta secondo lei la comunicazione per un prodotto come l’aceto balsamico?

E’ molto importante soprattutto una comunicazione diretta con il consumatore che vuole conoscere, sapere i dettagli, quindi riteniamo fondamentale instaurare questo rapporto diretto di conoscenza e trasparenza con i nostri consumatori parlando con loro tramite internet, in particolare i social network e anche tramite operazioni dirette sul punto vendita dove ormai avviene quasi l’80% delle decisioni di acquisto.



La vostra azienda conta 175 referenze destinate al mercato nazionale e internazionale ed esporta ben il 60% della propria produzione. Qual è il segreto per “restare in forma” anche in un momento di crisi come questo?



Il segreto è quello di non perdere di vista l’obiettivo e le proprie capacità. Come accennavo prima noi vendiamo un prodotto a nostro marchio ma non in tutto il mondo quindi cerchiamo di affrontare ogni paese con una strategia specifica per le sue caratteristiche. Non esiste una formula “copia e incolla” da applicare ovunque, cerchiamo di fornire un servizio specifico per ogni consumatore e per ogni realtà. I consumatori sono diversi come approccio al prodotto, come gusti, come informazioni che vogliono conoscere prima di acquistare ed è proprio questo cercare di metterci nei loro panni facendo ricerche di mercato e indagando i loro bisogni ci permette di dare il prodotto vincente per ogni specifica realtà.



Circa un anno fa avete lanciato in gdo l'Aceto Balsamico Spray. Com’è andata? Avete in programma altre novità di prodotto?

E’ un prodotto che non sta andando male ma che non sta conquistando importanti fette di mercato. Ha avuto successo in alcuni Paesi esteri. In italia siamo ancora legati ad un utilizzo più tradizionale e classico del prodotto.
Entro fine anno lanceremo alcuni nuovi prodotti della nostra linea Salse e Creme.

Di recente l’Emilia Romagna è stata colpita dal terremoto. Molte aziende hanno subito lesioni per milioni di euro. Voi avete subito dei danni?



Purtroppo sì, noi siamo molti vicini all’epicentro di entrambi i terremoti quindi abbiamo subìto danni alle strutture, in particolare al reparto invecchiamento e maturazione, è crollato un capannone. Stimiamo di aver perso circa il 6% della nostra capacità produttiva annua. Se la situazione rimane tranquilla confidiamo di rientrare nel pieno regime nel giro di un mese.



Cosa bolle in pentola per il futuro? Che progetti avete a breve?



Nel brevissimo sicuramente risollevarci dal terremoto che ci ha stravolto e poi continuare a indagare sui bisogni del nostro consumatore per capire cosa vuole e ottimizzare la nostra offerta. A livello di comparto il nostro obiettivo è di rafforzare la nostra tutela legislativa all’interno dell’Europa in quanto stanno comparendo in diversi mercati dei prodotti imitativi che vogliamo combattere nella speranza di poterli eliminare del tutto.


Stefania Lorusso