Figurano nomi di spicco anche nella distribuzione moderna italiana tra le aziende che hanno adottato il Cloud computing messo a punto da Microsoft. Un paio di esempi? Leroy Merlin e Limoni, le catene attive rispettivamente nel bricolage e nella profumeria. Ma oltre a queste, in Italia, hanno trasferito sulla nuvola virtuale molte loro applicazioni Legacoop e Bialetti per rimanere nel segmento consumer mentre a livello mondiale si distinguono Coca Cola, Dupont e McDonald’s. A questi livelli il nuovo sistema informatico, che indica un insieme di tecnologie con le quali, grazie al servizio offerto da un provider, è possibile memorizzare, archiviare o elaborare dati grazie all'utilizzo di risorse hardware e software accessibili via internet, si può dire dunque accettato.
Compiuto il salto generazionale nelle grandi imprese, per Microsoft si tratta ora di convincere a farlo le piccole e medie, dove la cultura informatica non è sviluppatissima come i sondaggi e le statistiche sulla digitalizzazione del made in Italy continuano a dimostrare. In una prima fase sarà quindi necessario, secondo la multinazionale, estendere la conoscenza sui vantaggi del clouding, che agevola le aziende di ogni dimensione a ridurre i costi nell’accesso a programmi e applicazioni, agli stessi imprenditori. Questi, infatti, sembrano spesso concentrati sul proprio business che conoscono a menadito e tuttavia non in grado di cogliere le opportunità offerte dall’informatica e in particolare dal nuovo trend “virtuale” della nuvola. Come procedere? È la prima domanda che abbiamo rivolto a Silvia Candiani (nella foto), direttore marketing e operations di Microsoft Italia: “Abbiamo messo a punto – risponde -  un piano d’intervento sul territorio. Organizzeremo incontri e seminari avvalendoci dell’aiuto di partner, già 800, che con noi porteranno avanti una sorta di evangelizzazione sulle nuove tecnologie per vendere poi il servizio”.

Quale ritiene sia gli l’argomento più capace di convincere i potenziali clienti?

La possibilità d’accedere ad applicazioni informatiche e a servizi sempre più avanzati con spese decisamente inferiori rispetto a quelle che sarebbe necessario sostenere implementando di continuo le proprie dotazioni hardware e software. La chiave di volta è costituita in molti casi dalla tariffazione a tempo, combinata con il numero delle persone che usufruiscono dei servizi.

Ma come si può essere certi di un’accessibilità ai propri dati immagazzinati in remoto tramite il collegamento offerto dalla rete? Non potrebbero esserci malfunzionamenti?

Garantiamo l’efficienza del sistema al 99,9%. Siamo così sicuri del fatto nostro da essere disposti a pagare penali nel caso non riuscissimo a rispettare gli impegni.

Che dimensioni ha il vostro universo di riferimento per quanto riguarda le piccole e medie imprese italiane?

Enormi. Parliamo di circa 4 milioni d’aziende, il 99% del totale, che producono il 70% del fatturato made in Italy. Di queste imprese solo 200mila hanno un responsabile informatico. Tutte le altre devono affidarsi a consulenti esterni, che costano, o cercano di far da sé nell’affrontare i problemi con dispendio di tempo prezioso. Noi consigliamo di servirsi del Clouding Microsoft con tagli energici alle spese informatiche. Le risorse liberate potranno essere impiegate nelle attività core delle aziende.

Chi può trarre i maggiori benefici dal clouding?

Il risparmio dei costi informatici riguarda le imprese di ogni ordine e grado. Ma certo le opportunità più evidenti le coglie chi ha addetti o utenti in remoto che con familiarità d’uso possono accedere ai dati e condividerli. Penso alle reti di agenti o alle catene di negozi. Nel caso della distribuzione moderna Limoni, il marchio che raduna circa 500 profumerie in tutta Italia, può sapere tramite il nostro clouding qual è il fatturato complessivo della giornata in ogni momento. Inoltre, la possibilità di collegarsi in videoconferenza tra più persone è talmente semplice da essere una delle funzioni più richieste in virtù del fatto che le spese di viaggio possono ridursi fino al 20%.

Dalle stime che avete diffuso risulta che il 56% delle aziende italiane è disposto ad accettare il clouding perché permette una riduzione dei costi del personale IT, mentre a livello europeo la percentuale è “solo” del 44. Le imprese italiane sono in questo periodo più ossessionate dai costi? Sono molte le figure che rischiano d’essere tagliate fuori con il clouding?

L’Italia ha certamente qualche problema in più sui costi in generale. Ma soprattutto le medie e piccole imprese che hanno personale addetto ai sistemi informatici percepiscono queste figure un po’ come un peso sulla loro attività core. E per queste aziende, liberare risorse per destinarle ad attività che producono reddito anziché assorbirlo è considerato certamente strategico. Ritengo tuttavia che chi lavora nell’informatica abbia in genere caratteristiche tali da poter affrontare meglio il cambiamento e la riconversione dei ruoli.

Come vi muoverete prossimamente?

Con il lancio dei Microsoft Cloud Day, un’iniziativa dedicata alle Pmi con l’obiettivo di promuoverne la cultura dell’innovazione e l’evoluzione in una logica cloud. Durante il ciclo di appuntamenti, a cadenza mensile, il Microsoft Innovation Campus aprirà le porte alle aziende piccole e medie per far loro scoprire i vantaggi del Cloud computing a supporto della competitività in un orizzonte di lungo termine. Competenti professionisti Microsoft incontreranno i responsabili delle Pmi e metteranno a loro disposizione tutto il proprio know-how in ambito cloud, mostrando concretamente il valore aggiunto che questo approccio può fornire.

Presenterete particolari soluzioni?

Sì. Entreremo nel vivo della questione illustrando i pregi di Office 365 che riunisce in un unico servizio web strumenti di collaborazione e comunicazione integrata; Dynamics CRM Online che abilita il Customer relationship management in versione on premise e online e Windows Intune che consente la gestione e la protezione di Pc nella cloud.