I prodotti alimentari italiani piacciono molto oltre confine, non per altro il ‘buon cibo’ è una delle peculiarità che ci rappresenta nel mondo. Il mercato italiano da diversi mesi presenta una situazione stagnante con consumi sempre più in contrazione e avere uno sbocco come l’estero può essere una via d’uscita per le aziende che vogliono continuare a crescere. Un esempio arriva dal Gruppo Dolciario Bistefani la cui produzione destinata all'export attualmente è pari al 10%, ma l’obiettivo è di raddoppiarlo entro 5 anni. Nicola Viale, responsabile dell'export, ci ha spiegato in che modo.

Siamo ormai prossimi alla fine dell’anno. E’ possibile avere un’anticipazione sull’andamento delle vendite del 2011?

L’azienda penso che chiuderà l’anno generalmente bene sia a volume che a valore con un più davanti quindi in crescita rispetto all’anno scorso che è un dato in controtendenza rispetto ai mercati in cui operiamo.

Quanto pesa l’export sul vostro fatturato?

Intorno al 10%. Per ricollegarmi alla domanda di prima il dato che le ho fornito era relativo all’azienda nel suo complesso. L’estero sta crescendo molto bene ormai da tre anni quindi sebbene valga solo il 10% dell’azienda arricchisce ancora di più il dato positivo generale.

L’economia italiana continua ad arrancare. Investire sull’export può essere una via d’uscita per le aziende da questo clima stagnante?

Assolutamente. Noi puntiamo tantissimo sull’estero, siamo una media azienda e il mercato italiano presenta una situazione abbastanza stagnante con consumi sempre più in contrazione e retailer che spesso sono abbastanza in difficoltà. Avere uno sbocco come l’estero ci permette di crescere ed esportare i nostri marchi. Ci sono paesi che stanno crescendo fortemente come l’Asia, il Brasile, per questo stiamo cercando di puntare tantissimo sull’estero e continueremo a farlo.

Che risultati avete ottenuto dalle collaborazioni con Eataly e con la Galeries Lafayette?Intendete promuovere altre iniziative simili?Se sì in quali Paesi?


Sono due tipologie di collaborazioni abbastanza differenti. Quella con Galeries Lafayette è stata promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria con l’obiettivo di portare le aziende migliori del Monferrato all’interno dell’esclusivo settore gourmandise dei Magazzini parigini. Si tratta di una vetrina molto importante, non è un’operazione di grandi volumi o grossi fatturati ma è andato molto bene, tant’è che abbiamo venduto tutto. Panettoni e pandori sono andati a ruba, i Krumiri si sono comportati bene quindi come operazione di immagine ha dato un riscontro più che positivo.
Per quanto riguarda la collaborazione con Eataly che abbiamo istituito da quando è partita Eataly NY sta andando benissimo. Sono tornato 10 giorni fa da New York dove abbiamo fatto una settimana di degustazioni di panettone nel punto vendita e anche lì il riscontro è stato ottimo. E’ risaputo che i prodotti alimentari italiani piacciono molto oltre confine e gli americani in particolare adorano il panettone perciò è un mercato su cui noi investiremo sempre di più.
Ma non ci limiteremo esclusivamente a questo. Le collaborazioni con Eataly e Lafayette sono operazioni d’immagine che noi abbiamo fatto, ma ovviamente vendiamo attraverso distributori o direttamente alle catene non solo in Usa e Francia. Lavoriamo in Sudamerica dal Brasile all’Argentina, la Bolivia, in Cina, Australia, Inghilterra, Germania; siamo entrati lo scorso anno nel mercato russo dove lavoriamo direttamente con la catena Metro.
Ci sono parecchie collaborazioni che abbiamo iniziato che sicuramente porteremo avanti. L’anno prossimo ad esempio saremo presenti alla fiera GulFood di Dubai, che è una fiera alimentare molto importante per tutti i Paesi del Nord Africa proprio perché abbiamo intenzione di inserirci anche in quel mercato. Diciamo che gli impegni e le prospettive sono intensi.


Com’è nata l’idea del Buondì “Sfornato e Consegnato” che dagli stabilimenti di Casale Monferrato viene recapitato entro 24 ore sul punto vendita Eataly?


L’idea è nata perché Eataly non tratta prodotti presenti in Grande Distribuzione quindi per lavorare con loro bisognava trovare necessariamente un prodotto differenziante. Non avendo però Buondì differenzianti c’è venuto in mente di proporre loro questo prodotto che oltre che un formato e un packaging diverso presenta anche un contenuto di servizio di qualità perché noi lo produciamo il martedì e il mercoledì mattina è sul punto vendita. Per ora stiamo lavorando solo con il pdv di Torino anche per una questione logistica però loro si stanno ingrandendo, aprendo nuovi negozi e noi stiamo cercando di estendere la collaborazione ovunque in Italia considerato il riscontro positivo che stiamo ottenendo.

Quali sono i vostri principali obiettivi e progetti per il 2012?Continuerete a investire sull’export?

Non abbiamo in questo momento in programma lanci di nuovi prodotti. Cercheremo di essere sempre più presenti sugli scaffali sia in Italia che all’estero. Dopodiché torneremo fin da gennaio in comunicazione con i nostri brand principali: i Krumiri che abbiamo rilanciato circa un anno fa e che stanno dando ottimi risultati, Buondì e anche con Yoyo e Girella che sono gli altri nostri due marchi importanti. In generale nel 2012 continueremo a presidiare in comunicazione sia in tv che in radio e sul web.