di Claudia Scorza

Secondo quanto rilevato dall'Organizzazione interprofessionale del pomodoro da industria del Nord Italia, il pomodoro coltivato lo scorso anno nel Nord Italia è stato trasformato per il 36,3% in polpe, per il 29,9% in passate, per il 32,3% in concentrati e il restante 1,5% in produzioni particolari come sughi e surgelati.

Il pomodoro coltivato in campo nel 2022 è stato inferiore del 6,7% rispetto al 2021. Di conseguenza, anche le produzioni di derivati del pomodoro sono diminuite, registrando una percentuale complessiva del -10% sull'anno precedente. Nel dettaglio, il calo è stato dell'8,5% per le passate, del 5,7% per i concentrati e del 12,5% per le polpe, soprattutto polpa a cubetti e polpa estrusa di passata.

Dopo gli anni delle restrizioni anti-Covid, che hanno determinato un cambio di abitudini nei consumi alimentari e negli stili di vita, il canale retail ha visto un ridimensionamento, risultando destinatario del 27% dei trasformati, il valore percentuale più basso dell’ultimo quinquennio.

Al contrario, la produzione destinata all’Horeca ha raggiunto quasi il 21% del totale, il valore più alto degli ultimi quindici anni. L’incremento della produzione destinata al canale Horeca è stato guidato dal recupero dei consumi dei pasti fuori casa.

Il rallentamento dei consumi nel canale retail solleva diverse preoccupazioni per gli operatori del settore, se si considerano in modo trasversale per tutti i canali commerciali l’aumento riconosciuto dall’industria per la materia prima ai produttori agricoli, gli elevati costi di produzione in campo e il perdurare degli alti costi di trasformazione che continuano a insistere sul comparto. Resta stabile, invece, la produzione di derivati destinati all'industria alimentare, con una diminuzione in termini assoluti solo per polpe e passate.

Analizzando i trasformati del pomodoro del Nord Italia certificati biologici, la passata nel 2022 resta il prodotto maggiormente presente sul mercato, seguito dal doppio concentrato e dalle polpe. Complessivamente, i trasformati biologici rappresentano il 7% del totale dei trasformati di pomodoro.

Dai dati emersi, si conferma la marcata differenziazione delle tipologie di conserve di pomodoro realizzate nel Nord Italia, sia in termini di gamma di prodotti ottenuti, sia di destinazione verso i diversi canali commerciali. Questa diversificazione costituisce un elemento chiave di elasticità che conferisce alla filiera del Nord Italia stabilità e solidità, consentendo di affrontare i vari e complessi scenari che ogni anno caratterizzano la produzione e i mercati.

«L'analisi sui trasformati – dichiara Tiberio Rabboni, presidente dell'Oi Pomodoro da industria Nord Italia – è particolarmente utile e di attualità, dal momento che rivela a consuntivo le dinamiche di mercato e gli orientamenti di consumo più recenti, fornendo la chiave di lettura per la campagna 2023 alle porte. Tra i dati più significativi del 2022, il definitivo superamento delle restrizioni indotte dal Covid-19 sul canale Horeca e la rinnovata attenzione dei consumatori e dei mercati per le tipologie di trasformati con contenuto di servizio».