Ridurre lo spreco alimentare è una priorità per la stragrande maggioranza degli italiani (78%), che mostrano una consapevolezza elevata e un impegno concreto sul tema. Tuttavia, i dati rivelano una realtà ancora lontana da modelli davvero virtuosi, con ampi margini di miglioramento e differenze regionali. È quanto emerge da una fotografia scattata da Too Good To Go – l’azienda a impatto sociale attiva nel contrasto allo spreco alimentare – che ha stilato la classifica delle città italiane più virtuose nell’utilizzo della sua app per salvare pasti invenduti nel 2024. A completare il quadro, una ricerca condotta in collaborazione con YouGov, che indaga l’atteggiamento degli italiani nei confronti dello spreco alimentare (sondaggio condotto online su un campione composta da 1.015 adulti dal 14 al 15 aprile 2025).
Roma, Reggio Emilia e Pesaro tra le più virtuose
Secondo la classifica stilata da Too Good To Go, che ha analizzato il numero di pasti salvati nel 2024 nei capoluoghi di provincia italiani suddividendoli per dimensione, emerge un coinvolgimento capillare lungo tutta la Penisola. Dalle grandi metropoli ai centri medi, fino ai piccoli comuni, l’impegno nel ridurre lo spreco alimentare evidenzia una partecipazione trasversale, segnale di una sensibilità sempre più diffusa e condivisa.
Tra le grandi città (oltre 300.000 abitanti), Roma si posiziona al primo posto, seguita da Milano, Torino, Genova e Bologna. In questi centri urbani si registra una continua crescita nella consapevolezza e nell’adozione di soluzioni antispreco.
Tra le città medie (100.000–300.000 abitanti), Reggio Emilia guida la classifica, davanti a Modena, Verona, Cagliari e Padova. Qui si distingue l’attiva partecipazione dei cittadini, supportata da una rete solida di esercenti aderenti.
Nei piccoli comuni (meno di 100.000 abitanti) è in testa Pesaro, seguita da Cuneo, Pavia, Pisa e Lecce. Pur con numeri assoluti inferiori, queste città mostrano una forte sensibilità locale e un’alta adesione all’iniziativa.
«Il contrasto dello spreco alimentare sta diventando una sfida condivisa da grandi città, centri medi e piccoli comuni – commenta Mirco Cerisola, country director Italia di Too Good To Go –. Nel corso del 2024 abbiamo registrato una crescita nel numero di pasti salvati grazie alla nostra app rispetto all’anno precedente, con una crescente richiesta da parte di negozi e cittadini di essere più attivi nel ridurre lo spreco. Sono sicuramente segnali incoraggianti, anche se sappiamo che c'è ancora molta strada da fare per fermare lo spreco alimentare. Ma siamo convinti che tutto inizi adottando quotidianamente nuove abitudini di consumo più attente e consapevoli».
Un italiano su tre getta cibo ogni settimana
La classifica di Too Good To Go si arricchisce di un’indagine realizzata con YouGov, che analizza l’atteggiamento degli italiani verso lo spreco alimentare, rivelando abitudini quotidiane spesso contraddittorie nonostante l’impegno dimostrato dal ranking.
Se da un lato il tema è sentito – il 99% degli intervistati riconosce l’importanza di ridurre lo spreco – dall’altro un italiano su tre (31%) ammette di buttare cibo almeno una volta a settimana. Questa percentuale sale al 38% nel Sud Italia e arriva al 44% tra i genitori con figli minorenni. Al contrario, gli over 55 sembrano essere i più virtuosi, con il 34% che dichiara di non sprecare mai cibo.
Dimenticanze, scadenze superate e porzioni abbondanti
Cosa porta concretamente a buttare il cibo? Al primo posto c’è la dimenticanza: il 41% degli intervistati ammette di dimenticare prodotti in frigorifero o sugli scaffali della dispensa, con un picco nel nord-ovest (47%). Seguono le scadenze superate (37%), particolarmente frequenti nel nord-est (44%), e le porzioni eccessive cucinate in casa (21%), un comportamento più diffuso nelle isole (32%) e nel sud (25%).
Poca pianificazione
Quando si tratta di fare la spesa, il 72% degli italiani controlla regolarmente le date di scadenza dei prodotti ma l’attenzione cala tra i più giovani con solo il 60% dei 18-24enni che dichiara di farlo. La pianificazione resta limitata: solo il 27% organizza i pasti settimanali in anticipo, e il 55% utilizza una lista della spesa. Segnali positivi emergono dall’attenzione ai prodotti prossimi alla scadenza: il 32% li sceglie volontariamente per ridurre gli sprechi.
La buona notizia è che, una volta cucinato, la maggior parte degli italiani cerca di non sprecare il cibo: il 78% dichiara di consumarlo nei giorni successivi, pratica particolarmente diffusa al centro (82%). Il 53% lo congela, specie nel nord-ovest (60%). Il 43% trasforma gli avanzi in nuove ricette, mentre il 16% li condivide con parenti, amici e conoscenti, soprattutto al sud (20%) e nelle isole (22%).
Sì ad app e soluzioni antispreco
Quasi la metà degli italiani (46%) conosce o utilizza app e servizi per contrastare lo spreco alimentare. A guidare questo cambiamento sono soprattutto i giovani tra i 25 e i 34 anni: il 58% ha familiarità con questi strumenti digitali antispreco, e le famiglie con figli minori, che mostrano un interesse marcato, con il 55% che li conosce o li utilizza.
«Cresce la consapevolezza sul tema, ma ciò che abbiamo imparato è che le persone ancora non sanno abbastanza su come ridurre gli sprechi. Che si tratti della spesa quotidiana, dell’uso di un’app o di un cambio nelle abitudini di consumo in casa, molto può essere fatto. Dobbiamo aiutare le persone a risparmiare denaro e a proteggere il pianeta riducendo lo spreco alimentare, tenendo conto delle differenze regionali e culturali», conclude Cerisola.