Il mercato pubblicitario chiude febbraio in calo

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Redazione

Il mercato degli investimenti pubblicitari in Italia chiude il mese di febbraio a -0,1%, rispetto allo stesso periodo del 2018, portando la raccolta nel bimestre a -0,3%, in flessione di circa 4,2 milioni di euro.

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Se si esclude dalla raccolta web la stima Nielsen sul search, social, classified (annunci sponsorizzati) e dei cosiddetti “Over The Top” (OTT), l’andamento nel periodo gennaio – febbraio si attesta a -3,6%.

«I numeri di questi primi due mesi dell’anno confermano una certa prudenza da parte degli investitori», spiega Alberto Dal Sasso, AIS managing director di Nielsen. «L’affievolirsi di previsioni di crescita dell’economia hanno condizionato l’andamento del mercato pubblicitario che, come ci aspettavamo, non ha mostrato segni positivi nel bimestre. Il trend nel singolo mese di febbraio rimane vicino allo zero, grazie soprattutto al digitale, unico mezzo in crescita consistente».

Relativamente ai singoli mezzi, la tv cala nel singolo mese del -3,3% e chiude il bimestre a -3,6%. Sempre in negativo i quotidiani, che perdono il -11,5%, consolidando il periodo cumulato gennaio-febbraio a -13,6%. Stesso andamento per i periodici, sia nel singolo mese che per il bimestre, con cali rispettivamente del -3,4% e -6,9%. La radio è in flessione a febbraio del -1,5% e chiude il bimestre in parità (0,1%).

Sulla base delle stime realizzate da Nielsen, la raccolta dell’intero universo del web advertising nei primi due mesi dell’anno chiude in positivo a +8,7% (+2,6% se si considera il solo perimetro Fcp AssoInternet). Il cinema è in crescita del 17,9%, mentre il segno è negativo per GoTv (-2,6%), outdoor (-5,4%) e transit (-3,9%).

Per quanto riguarda i settori merceologici, se ne segnalano 10 in crescita, con un apporto di circa 33,8 milioni di euro. Per i primi comparti del mercato si registrano andamenti differenti. Alla buona performance di tempo libero (+20,5%), farmaceutici (+7,4%) e media/editoria (+2,0%), si contrappongono i cali di alimentari (-4,5%), automobili (-11,0%) e telecomunicazioni (-21,7%). Tra gli altri settori che contribuiscono alla crescita si segnala il buon risultato in termini di investimenti pubblicitari di finanza (+23,4%), elettrodomestici (+56,6%) e informatica (+234,9%).

«Alla luce di una riduzione delle previsioni di crescita del PIL che si attestano intorno allo zero, sia per OCSE che per FMI, i dati macroeconomici non sembrano incoraggianti», conclude Dal Sasso. «Gli unici segnali positivi arrivano dall’indice della produzione industriale che ha visto una crescita tendenziale dello 0,9%. il mercato pubblicitario si dovrà muovere nei prossimi mesi in questo duplice contesto».

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