L’attenzione alla fidelizzazione dei dipendenti è una tematica sempre più centrale, nel mondo del lavoro.
Anche nel settore della grande distribuzione metodi di fidelizzazione come i buoni pasto, all’interno di un piano ben strutturato di welfare aziendale, possono fare la differenza.
Infatti, il buono pasto si sta affermando sempre di più come un elemento fondamentale del welfare aziendale, secondo la ricerca “L’impatto sociale ed economico dei buoni pasto”, promossa da Anseb in collaborazione con Altis Graduate School of Sustainable Management dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. I risultati sottolineano l’importanza crescente di questo strumento non solo per i lavoratori delle piccole-medie imprese, ma anche per quelli delle grandi aziende.
Ma come funzionano i buoni pasto? I buoni pasto, specie se elettronici, sono un’opzione imprescindibile per avere un buon coinvolgimento dei dipendenti, perché rappresentano un benefit tangibile e un modo per incrementare la socializzazione tra colleghi, che possono utilizzare i loro buoni pasto per gustarsi la pausa pranzo insieme anziché optare per un pranzo frettoloso portato da casa.
L'art. 35 del CCNL prevede espressamente che “gli enti, in relazione al proprio assetto organizzativo e compatibilmente con le risorse disponibili, possono istituire un servizio di mensa o, in alternativa, attribuire al personale buoni pasto sostitutivi, previo confronto con le organizzazioni sindacali”.
Secondo quanto previsto dal contratto collettivo, a usufruire dei buoni pasto possono essere quei dipendenti che 1) svolgono la loro attività lavorativa al mattino e proseguono nelle ore pomeridiane, 2) iniziano il lavoro il pomeriggio e proseguono nelle ore serali, 3) iniziano nelle ore serali e proseguono la notte con una pausa non inferiore a 30 minuti. I dipendenti che si trovano in queste 3 situazioni, dunque, hanno diritto a un buono pasto al giorno per consumare un pasto al di fuori dell’orario di servizio.
Il welfare aziendale, in cui i buoni pasto ricoprono un ruolo imprescindibile, assicura il coinvolgimento dei dipendenti, che saranno di conseguenza più produttivi. Secondo Applausi, infatti, il miglioramento del coinvolgimento dei dipendenti può ridurre l'assenteismo di circa il 41%. Inoltre, nel corso di uno studio durato sette anni, è emerso che le aziende con dipendenti più coinvolti hanno aumentato il loro fatturato di 2,5 volte rispetto alle aziende con lavoratori meno coinvolti, come riporta Bain & Company. Talentcultureha anche rivelato che investire nel coinvolgimento dei dipendenti anche solo il 10% può avere effetti notevoli sulla redditività dell'azienda, fino a 2.290 euro per dipendente ogni anno.
I buoni pasto Edenred, per esempio, possono essere utilizzati presso una vasta rete di esercenti dell’alimentare convenzionati, come supermercati, ristoranti e food delivery, sono deducibili e aiutano a pagare meno tasse, inoltre non ci sono vincoli, né minimi d'ordine.
Iniziative per migliorare il welfare aziendale, come usare ticket e buoni pasto, permette una maggiore soddisfazione dei dipendenti, che di conseguenza saranno più sereni e produttivi.