Il primo quotidiano sulla GDO
Aggiornato al 19 Aprile 2024 - ore 12:30
Peggy Davies, presidente Plma: "Il marchio del distributore mantiene una posizione forte, persino nei mercati saturi".
Nonostante il Covid molte aziende hanno fatto progressi. In Italia il primo posto va a Barilla, ma alcuni non hanno pubblicato una policy.
Non è la solita classifica, ma una competizione sostenuta da una dettagliata ricerca di Gfk sugli stili di vita nell'anno del Covid.
Barilla lancia la pasta 100% italiana. I grandi marchi accettano la sfida, l’emergenza sanitaria ha stravolto il mercato. E per tracciare un bilancio gli addetti ai lavori consigliano di attendere almeno la fine del 2021.
Omnicom ha interpellato oltre 2.000 italiani. Ecco perché il cliente non crede più nei brand e i marchi distributivi si salvano a stento.
Il Covid ha rafforzato la marca del distributore, ma, senza dubbio, l'incremento è in larga parte strutturale. Ecco i principali driver.
La concentrazione sale, mentre i margini e il Roi diminuiscono. Il sistema regge, ma lo sforzo delle imprese aumenta.
Il normal trade ha consolidato la crescita e i discount hanno raggiunto i supermercati nella redditività: due evidenze che sorprendono.
Le vendite a valore nella Gdo e nel canale drug registreranno un calo del 3,1 per cento, con una flessione dei volumi del 2,6 per cento.
Secondo le previsioni di Iri, l'anno sarà condizionato dal “rimbalzo” del primo semestre del 2020, dove le crescite del mercato erano state eccezionalmente alte. La previsione è di chiudere i 12 mesi in calo. di Emanuele Scarci
Il prezzo e poi la qualità e la relazione con il cliente: questo è quello che cercano gli italiani al supermercato secondo Dunnhumby.
Si sa: la pandemia ha scatenato la multicanalità, ma in quale misura? E quali innovazioni rimarranno nel front-end e nel back-end?
Gli acquisti 2020 delle famiglie cadono. A pagare il prezzo più altro sono i prodotti non food, specie l'abbigliamento, e le grandi superfici.
Il Rapporto 2020 Ismea-Qualivita sulle produzioni agroalimentari e vitivinicole Dop e Igp recita che i prodotti a Denominazione hanno confermato la capacità di attrarre l’attenzione del consumatore e di agire come un volàno nello sviluppo delle vendite. di Emanuele Scarci