Largo consumo ad alto rischio

Largo consumo ad alto rischio
Largo consumo ad alto rischio

Largo consumo ad alto rischio

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Redazione
Beni di largo consumo (Blc) ad alto rischio dal punto di vista del credito, con un indice del 13,4% rispetto a 2,11% della media nazionale, dato che si impenna addirittura fino al 21,5% se si considera soltanto la grande distribuzione. br />
E’ questa la preoccupante conclusione a cui è giunta Cribis, società che fa capo a Crif, leader nelle soluzioni per il credito retail e nelle credit information bancarie internazionali, e dunque al network Dun & Bradstreet.

Lo studio, liberamente scaricabile da Internet, è aggiornato all’ultimo mese del 2011 ed è stato reso noto in marzo. Sotto la lente è finito tutto il settore blc, composto da 1.442.000 imprese, appartenenti rispettivamente ai segmenti del dettaglio, della gdo, dell’ingrosso e dell’horeca.

Intanto si osserva che – a partire da dicembre 2008 -  sono calate le società appartenenti alle fasce a rischiosità bassa e medio bassa, mentre quelle a rischiosità alta e medio alta sono decisamente aumentate, con una forbice di oltre due punti nel target a rischio elevato.

Un’accentuazione marcata si osserva nella gdo, dove l’indice, come già detto, sale al 21,5%. “Il commercio al dettaglio in generale – scrive Cribis – con il 9,59% nella classe di rischiosità più alta, si colloca invece al di sotto della media italiana”.

Il trend misurato su quattro anni, a partire dal 2008 evidenza, nella media nazionale, due accentuazioni nello strato più alto (rischio elevato), rispettivamente nel 2009 (10,97) e nel 2011 (10,93%).

Per il solo mondo dei beni di largo consumo la forbice fra il 2008 e il 2011 è del +4,33%. Nella gdo l’indicatore fa segnare addirittura un gap dell’11,32%, mentre nell’ingrosso si scende all’8,69%. Però, segnala Cribis, “quest’ultimo settore ha visto crollare la percentuale di imprese a basso rischio di 10,46 punti” (13,35% a dicembre 2008 contro 2,89% a dicembre 2011).


La rilevazione per macro area – Nord Est, Nord Ovest, Centro, Sud e Isole – dimostra che il fenomeno dell’alta rischiosità è più acuto nel Centro (12,25) e soprattutto nel Merdione (14,8o%), mentre la zona più virtuosa è quella Nord Orientale (6,83%). Per il solo univeso Blc le percentuali salgono al 14,50% in area 3 e al 15,59% in area 4. Considerando la gdo si nota ancora una volta un aumento esponenziale: +24,06% nel Centro e +26,01% nel Sud e Isole. E’ messo molto male anche l’ingrosso (21,6 e 24,47% rispettivamente). Va meglio invece l’horeca (19,20 e 19,88% per le due aree).


Infine il failure score, misurato su una scala nella quale il valore più basso indica il maggiore rischio di fallimento. “Negli ultimo 4 anni – si legge nella ricerca – il rischio di fallimento è salito in modo consistente in tutto il settore dei beni di largo consumo. A dicembre 2011 il failure score medio in Italia raggiunge un punteggio di 43,0, mentre nel comparto Blc si ferma a quota 35,4%. La performance peggiore spetta al commercio all’ingrosso con un valore del failure score medio, a dicembre 2011, pari a 23,1 punti. Nel focus sul commercio al dettaglio si può notare una situazione acuta per il microsettore “abbigliamento e accessori” che riporta il più basso dato medio (18,9)”. Il best performer è invece il mondo della “ferramenta, materiali per costruzioni e giardinaggio” (50,5).
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