A Newlat lo stabilimento Diageo Italia

A Newlat lo stabilimento Diageo Italia

A Newlat lo stabilimento Diageo Italia

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Luca Salomone

In salvo i 349 lavoratori della fabbrica piemontese.

Si tratta del polo Diageo di Santa Vittoria d’Alba, in provincia di Cuneo. Lo stabilimento dovrebbe essere rilevato da Newlat Food, il colosso della famiglia Mastrolia, reduce dall’acquisto dell’inglese Princes Limited.

Tutelata l’occupazione

Il piano, come è stato detto in un incontro al Mimit, prevede la tutela di tutti gli addetti, grazie al mantenimento delle produzioni e all’introduzione di nuovi prodotti.

L’attuale proprietà inglese, a conclusione dell'operazione, cederà così il passo a un nuovo operatore industriale, riportando in mani italiane la proprietà di un sito storico nazionale, in passato cuore pulsante del marchio Cinzano.

Il piano industriale del nuovo acquirente sarà approfondito nei prossimi giorni, insieme alle organizzazioni sindacali.

Newlat, che cambierà presto il suo nome in New Princes, ha confermato l’esito dell’incontro a cui ha partecipato insieme alle strutture tecniche del Mimit, al Ministero del Lavoro, ai rappresentanti dell'advisor EY, a Regione Piemonte, Confindustria Cuneo, le organizzazioni di categoria e i rappresentati dei lavoratori.

Crescita nelle bevande

La multinazionale reggiana, che ha promesso da tempo nuove acquisizioni, ha precisato che si tratta di un accordo di esclusiva - in precedenza c'erano 11 pretendenti - e che la potenziale operazione le consentirebbe di completare e consolidare la propria offerta nel segmento delle bevande, un settore in cui il gruppo ottiene già più di 350 milioni di euro di ricavi nel Regno Unito.

“Lo stabilimento oggetto dell’accordo – sottolinea Newlat - vanta una lunga esperienza nella produzione di un’ampia gamma di bevande alcoliche, prodotti ready-to-drink, nonché soluzioni a basso o nullo contenuto alcolico”.

La stessa Newlat si è impegnata a comunicare tempestivamente al mercato l’esito definitivo dell’operazione, in linea con gli obblighi di trasparenza previsti dalla legge.

In realtà lo stabilimento è funzionante, ma la multinazionale britannica – 20,27 miliardi di dollari di vendite nette nell’anno terminante a giugno 2024 - ne ha decretato il fermo per motivi di ottimizzazione e per avvicinare la produzione ai mercati più forti. 

Dunque, non si tratta di andamenti negativi, né per il gruppo, né per i suoi marchi, un perimetro in cui rientrano, per esempio, la vodka Smirnoff, il whisky Jhonnie Walker, la birra Guinness, il gin Gordon’s e tanti altri, per un totale di 200 distribuiti in 180 nazioni.

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