Secondo un’analisi Ismea dei dati Sgfa basata sugli ultimi sei anni, la dinamica del credito agrario ha fatto emergere un forte divario tra Nord e Centro-Sud, con le aziende agricole delle regioni settentrionali che hanno beneficiato di un incremento medio annuo delle erogazioni bancarie rispettivamente del 3% e dell’1%, a fronte di un crollo dei finanziamenti del 15% nel Centro e dell’11% al Sud.
A livello nazionale si registra una flessione media annua di 3 punti percentuali.
La stretta sulla concessione dei prestiti ha profondamente mutato la geografia del credito nel settore primario. Mentre nel 2007 la distribuzione era piuttosto omogenea a livello di macroaree, oggi si assiste ad una marcata polarizzazione, con il Nord che da solo intercetta oltre il 70% delle erogazioni bancarie complessive, nonostante un minor numero di imprese agricole presenti sul territorio.
Ma a cambiare è anche la struttura stessa del credito. Diminuiscono i finanziamenti di medio termine, risultano pressoché stazionari quelli di lungo periodo, mentre aumentano i prestiti a breve, ossia quelli destinati a finanziare l’attività corrente, che seppur minoritari nella composizione complessiva del credito agrario hanno raddoppiato la loro incidenza dal 2007 ad oggi.