Furono licenziati perché dopo la visita medica aziendale erano stati ritenuti non in grado di svolgere le loro mansioni. Adesso il Tribunale di Milano ha deciso che uno dei sei lavoratori mandati a casa da Esselunga nel maggio dello scorso anno, deve essere reintegrato.
Una vittoria per i sindacati, secondo i quali a questi lavoratori non era stato consentito di «ricorrere alla Asl di competenza » e non era stata loro neppure proposta «un’altra collocazione lavorativa all’interno delle numerose attività presenti nelle filiali».
Quando furono licenziati i sei lavoratori, Cgil, Cisl e Uil organizzarono una protesta, a cui Esselunga rispose con l’immediata sospensione delle relazioni sindacali. Dal canto suo l’azienda smentisce «categoricamente di attuare una politica volta all’estromissione di dipendenti inidonei o limitati al lavoro».
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