Carbon footprint: agricoltura bio e convenzionale a confronto

Carbon footprint: agricoltura bio e convenzionale a confronto
Carbon footprint: agricoltura bio e convenzionale a confronto

Carbon footprint: agricoltura bio e convenzionale a confronto

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Fabio Massi
Un’analisi comparativa tra gli impatti ambientali derivanti da agricoltura biologica e da agricoltura convenzionale: FederBio e Coop Italia, con il supporto di Banca Etica, hanno condotto uno studio per comprendere i possibili benefici derivanti da pratiche agricole “Bio” soprattutto per quanto concerne le emissioni evitate direttamente ed indirettamente, come per esempio le lavorazioni del terreno, le tipologie di fertilizzante.

Lo studio, portato avanti da un gruppo di lavoro misto composto da Life Cycle Engineering, con competenze legate all’analisi ambientale, e da Horta con competenze di natura agronomica teorica e sperimentale è stato organizzato confrontando i due diversi approcci all’agricoltura, agricoltura biologica nelle sue varie accezioni e agricoltura di tipo tradizionale - “low input”, ovvero condotta con attenzione alla sostenibilità e industriale “high input”, ovvero mirata alla massima resa possibile - basando l’analisi su due differenti colture: il frumento, che rappresenta uno degli alimenti principali e maggiormente utilizzati nell’industria alimentare Italiana e a livello mondiale, e il pomodoro.

“Si può dire che l’agricoltura biologica conforme al regolamento europeo – spiega Paolo Carnemolla, Presidente di FederBio - ha circa lo stesso livello di emissioni di CO2 dell’agricoltura convenzionale praticata in modo responsabile, avendo però molti altri pregi: tutela della biodiversità, del paesaggio, delle acque, solo per citare alcuni esempi. Dunque nel complesso il metodo biologico risulta migliore. Se inoltre il bio viene praticato con particolare attenzione alle tecniche agronomiche e in condizioni agro-ambientali ottimali ha un impatto ambientale minore anche per quanto riguarda le emissioni di CO2”.
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