PiùMe punta sul franchising

PiùMe punta sul franchising

PiùMe punta sul franchising

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Veronica Fumarola

L’unione fa la forza. È anche per questo che nel 2019 il Consorzio Promotre, che nasce nel 1998 per mettere insieme sforzi ed energie al fine di creare una realtà distributiva vincente nel settore dei prodotti per la cura della casa e della persona con insegne diverse sul territorio, decide di far convergere tutti i negozi sotto un’unica insegna: PiùMe. Un progetto che si colloca all’interno del mondo drugstore e che nasce con un obiettivo ben preciso dei tre soci General, Meloni ed Ingromarket: sviluppare un format basato sulla massima attenzione al cliente, su un assortimento ampio e profondo, su prodotti a marchio esclusivo trasversali su segmenti e target di clienti senza però tralasciare la convenienza.

Dopo aver concluso la prima parte di questa nuova avventura – la conversione di tutti i negozi nell’insegna PiùMe, avvenuta nel corso del 2020 in piena pandemia – ora i soci guardano all’espansione della rete di punti vendita, sia tramite rete diretta sia tramite un’importante novità: il franchising. Un progetto che spiega nel dettaglio, Marco Bordoli, consigliere delegato del Consorzio Promotre.

Quanti negozi conta la rete PiùMe e qual è la superficie che più li identifica?
Attualmente contiamo 315 negozi che in media si attestano sui 230-250 mq. Crediamo che in questa dimensione si esprima al meglio la nostra identità di offerta che vuole essere quella di un “drugstore di prossimità”. Per il 2025 vogliamo aumentare in maniera decisa il numero di store, sia facendo crescere la rete diretta dei soci sia attraverso il progetto di franchising.

Quante aperture stimate per la rete diretta?
Abbiamo definito un piano che prevede 20 aperture nel 2025. È un numero importante, che coinvolgerà tutti i soci del consorzio e contiamo sull’esperienza e sulla conoscenza del territorio di questi ultimi per raggiungere l’obiettivo.

Cosa si sviluppa, invece, il progetto franchising?
Sono due le alternative a disposizione per sviluppo del progetto. Una si basa sull'accordo con singoli imprenditori che, tramite il supporto dei nostri soci e dei Ce.Di. di riferimento, gestiranno dei punti vendita con insegna PiùMe. Questa alternativa sarà utilizzata con l’obiettivo di incrementare la presenza sui territori già presidiati e a questo scopo sono stati già avviati diversi contatti. L'altra strada è quella del master franchising, con cui puntiamo a occupare territori nei quali oggi non siamo presenti, ad esempio il sud Italia. Abbiamo definito un piano che si sviluppa su tre anni, durante i quali auspichiamo di poter aprire una quarantina di store collaborando con una numerica più limitata di parner che, come noi, credono nel potenziale di crescita di PiùMe. Per questa alternativa saremo piuttosto selettivi perché abbiamo la necessità di mettere in atto partnership con persone che ci dimostrino e, soprattutto, ci garantiscano serietà e rispetto.

La prossimità resterà un valore prioritario anche per l’espansione tramite formula franchising?
Sì, è un valore aggiunto per noi e lo resterà. Al momento siamo focalizzati sui format da 250 mq. Magari, potremo valutare di espanderci fino ai 300 mq, ma non credo che apriremo punti vendita superiori ai 600 mq, perché, come anticipato prima, la nostra offerta si esprime al meglio su superfici dimensionalmente inferiori. Dal mio punto di vista, ha senso incrementare la superficie di vendita se a questa corrisponde, più o meno proporzionalmente, anche l’aumento del fatturato. Mai dire mai. Bisogna sempre guardare le proprie performance, ma anche in che direzione va il mercato.

Qual è stato il trend di crescita di PiùMe in questi anni?
Nel 2024 abbiamo registrato un trend di crescita delle vendite positivo, che ci ha permesso di superare i 220 milioni di fatturato. Lavoriamo in un canale che sta performando bene. Il drugstore negli ultimi anni ha eroso sempre di più quote di mercato al canale tradizionale; se pensiamo solo agli ultimi due anni, la quota dei drugstore sul totale dei consumi cura casa e cura persona è passata dal 31,8% del 2023 al 33,6% del 2024 (fonte: NIQ, gennaio-ottobre 2024 vs gennaio-ottobre 2023).
Si tratta di un canale più piccolo dell’universo food, ma in cui gli operatori hanno saputo offrire un’esperienza nuova ai consumatori con un’importante profondità assortimentale e specializzazione che viene incontro ai nuovi bisogni. Gli alimentari negli ultimi anni si sono concentrati molto sul fresco, sui freschissimi e sulla gastronomia. Questa tendenza ha liberato spazio per i drugstore e ha creato una sorta di equilibrio nella prossimità. Ogni consumatore frequenta più di un negozio del quartiere e in ognuno ricerca esperienze e prodotti innovativi che soddisfino le sue esigenze.

Come si posiziona PiùMe nell’arena competitiva?
Nel mercato cura casa e cura persona la quota di Promotre è pari a 4,4 punti percentuali, ma se osserviamo le metrature inferiori ai 200 mq siamo leader di mercato con una quota del 24,1% (fonte: GNLC NIQ, 2024) a dimostrazione di come PiùMe si identifichi in un “drugstore di prossimità”.

Che ruolo hanno i marchi esclusivi dei punti vendita PiùMe?
I negozi PiùMe si caratterizzano per un’attenzione molto forte ai bisogni dei clienti, a cui cerchiamo di rispondere anche tramite i nostri “marchi in esclusiva” distribuiti con diverse fasce di prezzo e logiche di posizionamento a scaffale che rispondano a varie esigenze. Presidiamo la maggior parte delle categorie con il marchio mainstream PiùMe, che risponde alle esigenze base del cliente. Abbiamo poi brand premium e professionali per la cura della casa, come il marchio Secrets per le referenze specializzate per la detergenza casa e Profumalia per i profumatori; nel settore della cura della  persona, invece, abbiamo il marchio Soffidepil, dedicato al mondo della depilazione professionale e Promo3 Color per tinte e colorazioni professionali. Per rispondere poi all’esigenza sempre più importante di sostenibilità ambientale abbiamo vari brand, tra cui EcoBios e Giardino Cosmetico per la cura della persona ed EcoNat e PiùMe naturale per la pulizia della casa. Per chi ricerca formulazioni delicate ma con alte prestazioni sia per la cura della persona che della casa esiste l’ormai storico marchio “Saponificio Italiano”. Infine, per chi ricerca la convenienza “Soappy” è il brand di primo prezzo nelle categorie di traffico e con alta pressione promo. In totale superiamo le 700 referenze che continueranno ad ampliarsi per venire sempre più incontro alle esigenze del cliente.

La vostra è una clientela fidelizzata?
Abbiamo una penetrazione della carta fedeltà che supera il 70%. Questo vuol dire che i nostri clienti hanno un buon grado di fedeltà e una percentuale di ritorno in negozio decisamente importante.

Quali sono, dal suo punto di vista, le sfide che dovrà affrontare il mondo del drugstore nel prossimo futuro?
A mio parere la sfida sarà presidiare sempre meglio e con più attenzione il mondo del benessere, nel senso più ampio del termine. Parliamo di un trend ormai trasversale, che non si limita solo alle grandi città e ai giovani, ma riguarda le province, gli adulti, gli anziani; interessa la sfera della cura della persona, così come anche l’alimentazione. Ovviamente i drugstore non venderanno mai prodotti food, ma gli integratori rientrano sicuramente in questo trend. Questo mi porta ad affermare che un competitor che oggi non si intravede mai nelle statistiche, ma che è a tutti gli effetti un nostro concorrente è la farmacia. Dagli integratori ai prodotti solari, sono convinto che nei prossimi tre-cinque anni sia un canale da tenere d’occhio, per capire perché i consumatori sono disposti a spendere molto di più per una crema solare acquistata in farmacia e non in un drugstore, anche se si tratta di un prodotto dello stesso fornitore, che magari differisce solo nel packaging. Questa sarà una sfida interessante.

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