Covim, la crescita passa (anche) dalla Mdd

Covim, la crescita passa (anche) dalla Mdd
Daniele Carlo Picenelli, country manager Italia Gdo e pl di Covim

Covim, la crescita passa (anche) dalla Mdd

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Veronica Fumarola

Il comparto del caffè vive un periodo non certo tranquillo. Gli aumenti vertiginosi dei prezzi delle materie prime e le incertezze normative hanno creato non poche difficoltà alle aziende del settore, che hanno dovuto fare i conti con i continui adeguamenti di listino, senza poter tralasciare l’attenzione al prezzo dei consumatori. In questo contesto così complesso, Covim è riuscita a chiudere il 2024 in crescita, sia a valore sia a volume, dimostrando anche un’attitudine all’innovazione. Il 2024, infatti, è stato l’anno del rebranding, dell’entrata in funzione del nuovo polo logistico e del lancio di alcune novità di prodotto per la fascia alta del mercato.

Se, da un lato, la marca resta strategica, dall’altro, è altrettanto importante la produzione di prodotti a marchio del distributore, che giocano un ruolo da protagonista nei progetti di crescita dell’azienda genovese, come racconta Daniele Carlo Picenelli, country manager Italia Gdo e pl di Covim. Il manager ha tracciato un bilancio dell’ultimo anno dell’azienda, fornendo un quadro delle sfide che il mondo del caffè è chiamato ad affrontare nel prossimo futuro.

Può tracciare un bilancio dell’ultimo anno di Covim?
Il 2024 ha nuovamente esercitato pressione su quasi tutte le torrefazioni. Dopo un inizio anno che sembrava promettente e che faceva auspicare un miglioramento dei bilanci del 2023, dal terzo trimestre in avanti abbiamo dovuto affrontare un aumento significativo dei costi delle materie prime, in particolare per il caffè robusta, seguito dall'arabica. Questo ha rappresentato una vera e propria sfida, con tassi di crescita a doppia cifra. Nonostante la situazione fosse chiara, sia le grandi catene della distribuzione sia i discount, così come le principali aziende attive nella distribuzione automatica, hanno faticato a rispondere adeguatamente. È importante notare che anche i leader di mercato nel settore delle torrefazioni hanno contribuito a questa dinamica, con aumenti di prezzo non sempre giustificati e una marcata disuguaglianza tra i caffè tostati e quelli monoporzionati, nonché sul riposizionamento dei prezzi al pubblico. In questo contesto, Covim ha chiuso il 2024 con una crescita del +2,7% a volume e del +18% a valore, raggiungendo un giro d’affari di 71 milioni di euro. Analizzando solo le performance in Gdo, abbiamo registrato trend del +2% a volume e del +5% a valore, per un fatturato pari a 23 milioni di euro.

L’aumento del prezzo della materia prima quali difficoltà sta generando?
Nel 2024 e all'inizio del 2025, l'inarrestabile aumento dei prezzi delle materie prime del caffè ha generato numerosi problemi per i torrefattori, complicati dal lento riposizionamento dei prezzi e dalla ancor più diffusa difficoltà di approvazione dei nuovi listini. Basti considerare che attualmente stiamo negoziando il quarto listino, mentre la distribuzione si oppone con determinazione a riconoscere una situazione che è chiaramente percepibile. Questo contesto ha avuto un impatto negativo sui bilanci del 2024 e sul primo trimestre del 2025.

Che scenario prospettate per il prossimo futuro?
La situazione è più semplice di quanto possa apparire. I costi delle materie prime, influenzati dall'aumento della domanda globale, dai cambiamenti climatici, dalle tensioni geopolitiche e dalle nuove normative sulla deforestazione, non sono destinati a diminuire nel breve termine. Dobbiamo quindi riconoscere che, per continuare a gustare un buon caffè, sarà necessario affrontare un aumento dei prezzi.

A proposito di normative sulla deforestazione, come avete accolto la proroga dell’attuazione del regolamento Eudr?
Abbiamo sviluppato fin da subito una nostra piattaforma interna per la verifica dei poligoni dei fornitori, testata parallelamente con una piattaforma esterna per valutarne l'efficacia. Se il termine non fosse stato prorogato, saremmo stati pronti a rispettare i requisiti in tempo, ma abbiamo accolto favorevolmente il rinvio poiché alcuni aspetti, come l'elenco dei paesi a basso rischio e l'utilizzo del sistema Traces, necessitano ancora di chiarimenti. Una delle principali difficoltà riscontrate è la mancanza di un database unificato per le mappe e di un software comune per la valutazione dei poligoni. Attualmente, continuiamo a controllare il caffè in arrivo, per il quale avevamo già previsto la clausola Eudr, al fine di migliorare la nostra conoscenza degli strumenti a disposizione.

Alla luce delle difficoltà del comparto, come state performando in questo inizio 2025?
In questi primi mesi del 2025, da gennaio a fine marzo, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno cresciamo del +6% a volume e del +25% a valore, secondo dati aziendali.

Che ruolo ha l’export per Covim e quali obiettivi vi ponete oltre confine?
Attualmente, l’export contribuisce al 21% del fatturato complessivo dell'azienda. Il mercato europeo e quello internazionale sono sotto la nostra costante osservazione. L’obiettivo è potenziare la distribuzione e rafforzare la collaborazione con alcuni partner strategici.

Qual è invece l’incidenza della private label sul business aziendale?
Oggi, il fatturato proveniente da questo segmento ha raggiunto il 30%, principalmente grazie allo sviluppo di caffè monoporzionati in cialde e capsule, oltre ai prodotti roasted & ground. Il nostro core business rimane focalizzato sulle private label nella Gdo e siamo determinati a investire nell'innovazione di prodotto per continuare a crescere.

Nel 2024 è entrato in funzione a pieno regime il nuovo polo logistico. Può spiegarci i plus dell’impianto?
Il nuovo polo logistico, adiacente allo stabilimento, si estende su una superficie di circa 5.000 mq ed è dedicato alla pallettizzazione, allo stoccaggio e alla spedizione dell'intera produzione. Tutti i colli in uscita dalle linee di confezionamento sono trasferiti in quota tramite elevatori automatici e inoltrati su nastri trasportatori aerei verso le isole di pallettizzazione – quattro isole, ognuna con cinque baie –, capaci di servire venti linee di confezionamento. La movimentazione dei bancali di prodotto confezionato è gestita da navette automatiche a guida laser, garantendo un flusso efficiente e senza intervento umano. Una volta prelevati, i bancali sono deposti sulla rulliera di testata del magazzino automatico, dove sono sottoposti a controlli di peso e dimensioni, seguiti da operazioni di filmatura, etichettatura e immagazzinamento. Il magazzino automatico è in grado di ospitare circa 6.000 bancali, grazie a scaffali a più livelli, e viene gestito esclusivamente da navette a guida laser. È inoltre prevista un'area di picking, alimentata dalle navette, gestita tramite un software dedicato per l'allestimento di pallet composti da più referenze di prodotto. Anche i bancali assemblati nell'area picking sono prelevati e sottoposti a controlli di peso, dimensioni, etichettatura e immagazzinamento. Il magazzino, in grado di operare autonomamente 24 ore su 24, indirizza preventivamente il materiale destinato alla spedizione verso le varie uscite di carico.

Nel 2024 avete presentato delle novità?
In risposta alle esigenze dei consumatori sempre più interessati a caffè di alta qualità, desiderosi di miscele che offrano una sensazione di gusto prolungata, senza che il piacere svanisca subito dopo la pausa caffè, abbiamo lanciato Honduras 100% arabica, una proposta premium disponibile in tutti i sistemi, comprese le private label, e un caffè 100% arabica specificamente progettato per le capsule Dolce Gusto, che vogliamo estendere a tutti i sistemi, comprese le Mdd, sempre per la fascia alta del mercato.

Covim nel 2024 ha anche avviato un percorso di rebranding. Con quale obiettivo?
L’azienda ha intrapreso un nuovo capitolo della sua storia con un rebranding innovativo, dimostrando come una realtà storica possa rinnovarsi rimanendo fedele alle proprie radici, guardando al futuro con una visione fresca e dinamica. Il nuovo packaging esprime direttamente il rinnovato linguaggio visivo. Un elemento centrale del design è un personaggio illustrato che guida i consumatori alla scoperta del mondo Covim e della sua ampia offerta attraverso tre diversi canali. In ciascun settore, il packaging varia in alcuni aspetti visivi, mantenendo comunque un coordinamento. Le illustrazioni sono progettate per differenziare i vari sistemi di compatibilità, creando una sensazione di familiarità riconoscibile ed espressiva.

Sul fronte della sostenibilità ci sono altre attività che state portando avanti?
Abbiamo adottato da tempo l'uso di capsule compostabili “industrial compost”, in parallelo a quelle in plastica convenzionale e a quelle in alluminio riciclato. Le nostre cialde in carta filtro sono già compostabili. Stiamo inoltre conducendo ricerche per sviluppare prodotti con packaging privo di alluminio, utilizzando solo plastica monomateriale da smaltire nella plastica o materiali a base di carta. Stiamo effettuando monitoraggi più attenti sui consumi, sui rifiuti e sugli scarti di produzione. Per la certificazione Rainforest stiamo avviando il primo bilancio di sostenibilità ambientale previsto ad aprile 2026.

Come sta evolvendo il mercato del caffè in Italia e a livello internazionale?
Il consumo di caffè è in costante crescita, così come la domanda di nuove varietà di alta qualità e bevande a base di caffè. Oltre ai classici come caffè e ginseng, nocciolino, cortado, caramello salato e irish coffee, stanno emergendo anche bevande al di fuori del tradizionale segmento del caffè, che attirano un pubblico giovane e desideroso di esplorare. Anche se un buon caffè rappresenta un'esperienza di gusto e piacere, sia in solitaria sia in compagnia, non possiamo trascurare l'impatto che l'aumento dei prezzi del caffè ha sulla spesa delle famiglie, in un contesto di redditi stabili. Questo porta a una preferenza per prodotti con un rapporto qualità/prezzo più contenuto, cercando un compromesso che consenta di continuare a godere del rito del caffè senza sacrificare il budget.

Quali obiettivi vi ponete per il 2025?
Considerando la complessa situazione che sta vivendo il mondo del caffè, ci concentriamo sul mantenimento e sullo sviluppo del rebranding del marchio su tutti i canali, ponendo particolare attenzione alla crescita delle private label.

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