Italmopa traccia il bilancio del 2024

Italmopa traccia il bilancio del 2024
Vincenzo Martinelli, presidente di Italmopa 

Italmopa traccia il bilancio del 2024

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redazione

Italmopa-Associazione Industriali Mugnai d’Italia ha diffuso i dati ufficiali relativi all’andamento economico del comparto molitorio nazionale nel 2024, che rilevano un andamento positivo dei volumi produttivi nel comparto della macinazione sia del frumento tenero sia del frumento duro.

La significativa contrazione delle quotazioni degli sfarinati (farine e semole) e dei sottoprodotti della macinazione rispetto al 2023, quale conseguenza dell’ulteriore rientro dei principali costi di produzione dopo i picchi raggiunti nel 2022, ha invece pesato negativamente sul livello del fatturato del comparto che si è situato complessivamente, sulla base degli indicatori relativi alla produzione e ai prezzi delle diverse tipologie di sfarinati e sottoprodotti della macinazione,  in 4,708 miliardi di euro con una contrazione complessiva dell’11,4 % rispetto al fatturato 2023 di 5,314 miliardi di euro.

I volumi di sfarinati prodotti dall’industria molitoria nazionale si sarebbero attestati, nel 2024, su 8.323.000 tonnellate con un incremento del +2,1% circa rispetto ai volumi calcolati nel 2023, pari a 8.151.ooo tonnellate, mentre il volume complessivo dei prodotti dell’industria molitoria italiana, comprensivi dei sottoprodotti della macinazione, avrebbe raggiunto 11,837 milioni di tonnellate (11,608 milioni di tonnellate nel 2023).

Per quanto riguarda il comparto della macinazione del frumento tenero si registra un incremento complessivo dei volumi produttivi di farine stimato in misura del +3,8% rispetto al 2023 (da 4,146 a 4,303 milioni di tonnellate).

L’andamento positivo ha riguardato in particolare il principale canale di commercializzazione, quello della panificazione e dei prodotti sostitutivi, che, nel corso degli ultimi due anni, ha fatto registrare, contrariamente al preoccupante trend flessivo registrato nel passato, un’inattesa dinamica positiva: la produzione di  farine destinate al canale della panificazione e dei prodotti sostitutivi avrebbe così registrato un’altra incoraggiante crescita complessiva del 5,5%, trainata in particolare dalla richiesta proveniente dalla grande distribuzione, anche per via di un’offerta che ha registrato una crescente diversificazione rispondendo in modo più adeguato alle nuove esigenze dei consumatori.

In leggera contrazione dello 0,9% risulta la produzione di farine destinate al comparto dolciario nonostante la sostanziale tenuta complessiva per la produzione di dolci da ricorrenza.

Proseguono i trend particolarmente positivi, e ormai consolidatosi negli anni, della richiesta proveniente, da un lato dai canali pizza (superiore al 3,0%), fresca e soprattutto surgelata, e, dall’altro, dell’export (+ 11,9%) per via di un sempre più diffuso apprezzamento, all’estero, dell’alta qualità e della versatilità delle farine italiane. Nuovo ma costante leggero incremento (+2,0%) per i volumi di farine destinate alla produzione di pasta fresca. In riduzione, infine, il volume di farine venduto sugli scaffali (-7,1%) che conferma un ridimensionamento dopo i fenomeni di accaparramento che si erano verificati, da parte dei consumatori, nella prima fase dell’emergenza Covid.

Sempre secondo Italmopa, il fatturato 2024 del comparto molitorio a frumento tenero, tenuto conto della riduzione media, rispetto al 2023, del prezzo delle farine (-6,1%) e dei sottoprodotti della macinazione (-27,3%) – quale conseguenza in primis della contrazione delle quotazioni della materia prima frumento tenero (-10,5% rispetto al 2023) – dovrebbe situarsi in circa 2,360 miliardi di euro con una riduzione del 7,6% circa rispetto al fatturato 2023, calcolato in 2,555 miliardi di euro.

Per quanto riguarda il comparto della macinazione del frumento duro è stato stimato, nel 2024 rispetto al 2023, un incremento complessivo dell0 0,4% circa della produzione di semole. Un dato che riflette la domanda sostanzialmente stabile (+0,3%) proveniente dall’industria pastaria, da sempre principale canale di sbocco dell’industria molitoria a frumento duro: l’andamento positivo (+1,0%) delle export di pasta alimentare sarebbe stato infatti parzialmente controbilanciato da una nuova contrazione (anche in questo caso di circa 1 punto percentuale) dei consumi interni.

Il fatturato del comparto “duro” sarebbe in riduzione a 2,348 miliardi di euro rispetto a 2,759 miliardi di euro nel 2023 (-14,9%) risultante dalla riduzione delle quotazioni medie sia delle semole (-13,2%), sia dei sottoprodotti della macinazione (-28,6%) a causa, in particolare, della marcata riduzione del costo della materia prima frumento duro (-17,0% circa) rispetto alle quotazioni medie del 2023.

«Complessivamente il 2024 presenta per l’industria molitoria un bilancio in chiaroscuro – sottolinea Andrea Valente, presidente uscente di Italmopa –. Il nostro comparto evidenzia certamente successi importanti che sottolineano le sue doti competitive nonostante le criticità strutturali che caratterizzano il sistema Italia e che tendono da sempre a penalizzare fortemente l’industria manufatturiera».

Eletta la squadra per il prossimo biennio
In occasione dell’assemblea annuale è stato eletto il nuovo Presidente di Italmopa per il biennio 2025-2026: Vincenzo Martinelli di Candeal Commercio. Martinelli succede ad Andrea Valente, giunto a fine mandato dopo quattro anni di presidenza dell’Associazione. Il neopresidente Martinelli sarà coadiuvato da quattro vicepresidenti designati: Francesco Vacondio (Molini Industriali) e Fabio Viani (Molino Pasini) per la sezione molini a frumento tenero e Clelia Loiudice (Semolificio Loiudice) e Federica Grassi (Molino Grassi) per la sezione molini a frumento duro.

«Ringrazio innanzitutto le aziende per la fiducia accordatami nonché il presidente Valente per lo straordinario lavoro svolto nel corso del suo mandato che intendo indubbiamente portare avanti – afferma Vincenzo Martinelli, neo presidente di Italmopa –. Tra le priorità annovero, in particolare, lo sviluppo delle relazioni e della collaborazione con le altre componenti delle filiere frumento, nell’ottica di una crescita equilibrata delle stesse e di tutti gli anelli che le compongono. Il confronto permanente tra le parti, infatti, purché rispettoso delle rispettive esigenze, appare ormai indispensabile per filiere che - operando in un contesto aperto, globale, fortemente concorrenziale - si trovano necessariamente nell’obbligo di effettuare un salto culturale notevole rispetto al passato, evitando polemiche sterili e cercando di superare le criticità del settore. A questo riguardo, intendo, in particolare, focalizzarmi sulla questione della qualità della materia prima, fattore imprescindibile per garantire una giusta marginalità ai produttori e alla filiera tutta».

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