É stata votata dal Parlamento europeo una nuova direttiva che riduce i ritardi dei pagamenti nelle transazioni commerciali, a tutela dei creditori, che sono, sopratutto, piccole e medie imprese.
Gli enti pubblici dovranno pagare le fatture entro 30 giorni o, in circostanze del tutto eccezionali, entro 60 giorni (pena un interesse di mora dell'8%). Un intervento importante, quello dell'Ue, soprattutto a seguito del periodo di recessione, del quale molte realtà aziendali sentono ancora il peso: non sono poche, cioè, le pmi che a tutt'oggi devono fare i conti con una minor disponibilità economica.
La nuova disposizione rappresenta quindi, per loro, una vera e propria boccata di ossigeno. Del resto, basta dare un’occhiata alle cifre per capire quale sia l'entità del problema: la recente direttiva Ue dovrebbe rimettere in circolo circa 180 miliardi di euro di liquidità (questo il credito dovuto dalla pubblica amministrazione al sistema delle imprese in tutta l'Unione Europea).
Anche nel nostro Paese la questione della dilazione dei pagamenti da parte dell'azienda pubblica è molto sentita. Si pensi che in Italia la media dei ritardi nel pagamento delle fatture da parte della p.a. è di 86 giorni, contro i 21 della Francia, gli 11 della Germania, i 19 del Regno Unito e addirittura i 4 della Finlandia.
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