Quella del settore dei salumi è stata una delle migliori performance realizzate nel 2006 dall’industria alimentare italiana. È quanto emerge dai dati raccolti da Ass.I.ca - Associazione Industriali delle carni, aderente a Confindustria - riguardanti produzione, commercializzazione e mercati di riferimento.

Con un totale di 1.162 tonnellate (+1,2%) e un fatturato all’ingrosso di 7.775 milioni di euro (+3,2%) la produzione di salumi si è riportata sui livelli di crescita del 2003. Continua il trend positivo di prosciutto cotto e crudo, che rappresentano il 48,1% dell’intera produzione nazionale.

Buoni anche i consumi registrati dai due salumi in Italia: il prosciutto cotto rimane in cima alle preferenze con una quota del 25,1%, seguito dal crudo con il 21,9%.

L’export ha superato i valori del 2005, confermando la continua crescita: 101,500 tonnellate (+7,1%) di prodotti spediti oltre i confini nazionali per un corrispettivo di circa 769 milioni di euro (+9,1%). Questi i risultati ottenuti dal settore leader in Europa per numero di Dop e Igp, che ha superato l’andamento dell’industria alimentare nel suo complesso. Anche l’attivo commerciale ha evidenziato un significativo miglioramento, passando da 575 a 623 milioni di euro, in crescita dell’8,4%.

Principali destinatari si confermano i paesi dell’Unione europea e in particolare Francia, Germania, Austria, Regno Unito e Belgio. Con 23.600 tonnellate e un valore di 162,5 milioni di euro, la Francia conserva il primo posto per quantità di prodotti importati. La Germania, invece, con 179 milioni di euro ha chiuso il 2006 rafforzando il suo primato in termini di fatturato.

Bene anche i nuovi membri dell’Ue, la cui domanda è cresciuta di 14,5 punti percentuali. In particolare, si è registrato un incremento del 35,8% dalla Polonia, del 22% dalla Slovenia, del 21,5% dall’Ungheria e del 17,6% da Malta.

La Svizzera è il primo mercato di riferimento tra i Paesi terzi, ma hanno dimostrato interessanti potenzialità di sviluppo anche il Giappone e la Federazione Russa. Stabile il volume delle esportazioni verso gli Stati Uniti che, nonostante la chiusura negativa (-0,2%), si conferma un mercato importante, alla luce dell’ottimo andamento del 2005 (+14,6%).

Importanti prospettive di sviluppo arrivano da Cina, Corea del Sud e Australia, che hanno recentemente aperto le proprie frontiere ai prosciutti crudi italiani. A novembre 2006 è stata la volta di Seoul – dove già venivano importati prosciutto cotto, mortadella e cotechino -, seguita dall’Australia, a partire dai primi mesi del 2007. Infine, dopo quattro anni di intense trattative, anche la Cina ha concesso l’autorizzazione per l’export dei crudi nazionali.