La carta di credito è sempre più presente nel portafoglio degli italiani e il nostro Paese si avvicina ai tassi di penetrazione registrati negli altri stati europei. E per il futuro? Le potenzialità di un’ulteriore espansione del bacino attuale dei titolari sono molto incoraggianti. Questi sono, in sintesi, i risultati del quinto Osservatorio sulle carte di credito Assofin–Crif-Decision Solutions-Gfk Eurisko presentati nei giorni scorsi.

Nel 2006 il numero delle operazioni di pagamento effettuate con strumenti diversi dal contante è cresciuto del 3%. Una crescita legata principalmente all’incremento delle transizioni su Pos sia con carte di debito che di credito (+5,7%).

Da segnalare l’aumento delle carte di credito in circolazione (+8,2%), dei volumi transitati con questa modalità di pagamento (+5,3%) e del numero di operazioni (+2,5%). Il 2006 è stato però anche l’anno della grande diffusione delle carte prepagate, che sono salite a 4,5 milioni e hanno fatto segnare un incremento a doppia cifra, pari a 36 punti percentuali. Ma ancora più significativa è la crescita del loro utilizzo: ben 35,5 milioni di operazioni (+73% sul 2005). Questi strumenti sono diffusi soprattutto tra i giovani con un’età compresa tra i 18 e i 34 anni.

Crescite più contenute, rispetto agli anni scorsi, per le carte revolving. Nel 2006 il numero delle transizioni è aumentato dell’11% e il trend positivo trova conferma anche nel primo semestre dell’anno in corso.

Lombardia, Lazio, Emilia-Romagna e Veneto sono le regioni dove sono più diffuse le carte di credito, mentre Campania, Emilia-Romagna, Sardegna e Abruzzo sono quelle con il maggior numero di possessori di revolving.

Confrontando la situazione italiana con quella di altri Paesi con un mercato simile al nostro, per dimensione e struttura finanziaria, emerge che il Belpaese conta una media di 1,2 carte di credito per abitante, a fronte di 1,3 per la Francia, 1,4 per la Spagna, 1,6 per la Germania e 2,4 per la Gran Bretagna.

Gli italiani utilizzano però le carte di pagamento con minor frequenza rispetto agli altri Paesi presi a confronto: circa 18 operazioni all’anno per importi più elevati, circa 96 euro per transizione. La Germania registra 22 operazioni, mentre la Gran Bretagna ben 72.