Il primo quotidiano sulla GDO
Aggiornato al 24 Aprile 2024 - ore 17:30
Nelle imprese comincia a essere problematica la carenza di manodopera, a cui si aggiungono criticità a livello di logistica e trasporti.
I prodotti italiani a indicazione geografica superano i 16,2 miliardi di euro alla produzione - 8,9 miliardi vino -, con una crescita del 6% in un anno. Forte il contributo dell'export.
Nonostante un calo del 16% rispetto al 2018, il nostro Paese, con 46 milioni di ettolitri prodotti supera la Francia, con 43,4 milioni e la Spagna, con 40. La vendemmia scarsa comporterà un aumento di prezzo dei vini comuni, mentre rimarranno molto più stabili i prodotti a denominazione. L'export continuerà a tenere ba...
Secondo Ismea-Nielsen a tirare la volata è la Gdo, che archivia un +5,5% nel raffronto tra il primo semestre 2018 e il corrispondente periodo del 2019. E nell’ultimo decennio l’alimentare biologico e le bevande hanno fatto un balzo, nella Dmo, di 217 punti percentuali.
Il momento clou dell'alimentare è già cominciato, a Milano, con i due eventi fuori salone e prosegue con tre fiere: Tuttofood, Mapic Food & Beverage e Macfrut. La nota positiva è la rincorsa dell'export nei primi mesi del 2019. Sul mercato interno però la domanda è debole. L'ortofrutta, dal canto suo, lancia l'allarme ...
Crescono gli acquisti di uova in Italia anche se ad aumentare è soprattutto il valore della spesa, che denota un orientamento del consumatore verso prodotti caratterizzati da standard qualitativi e di benessere animale più elevati.
Secondo Ismea i volumi consumati dagli italiani hanno avuto un incremento eccezionale, ma solo per i prodotti allevati a terra, per quelli bio e da allevamento all'aperto. Flettono pesantemente le uova ottenute da allevamenti in batteria.
Dalle prime indagini dell’Osservatorio del Vino - Unione italiana vini e Ismea - si prospetta una campagna decisamente migliore rispetto a quella dello scorso anno. È prematuro parlare di numeri, ma si può stimare la produzione in una forbice di 47-49 milioni di ettolitri.
Cibus, Macfrut, Seeds & Chips, Milano Food Week: l'agenda è fittissima per tutti coloro che, a vario titolo, si occupano di food & beverage, anche solo come appassionati, o curiosi. Il settore ha cifre più che mai positive sia per i consumi interni sia, soprattutto, per l'export.
L'apertura di Vinitaly comporta una serie di riflessioni sul settore, che rimane fondamentale nel nostro agroalimentare. Sei i consumi interni e le vendite oltre confine vanno molto bene, sullo scacchiere mondiale il made in Italy sconta alcuni ritardi e svantaggi. Ecco quali.
Una cifra importante come target per i prossimi tre anni e anche una bella scommessa per il settore che deve giocare le sue carte sul versante dell'innovazione: qui a vincere sono un diverso rapporto con il consumatore, la collaborazione fra aziende e soprattutto la qualità a tutti i livelli.
Nel caso in cui la politica “America First” del presidente Trump dovesse essere perseguita così come rappresentata in campagna elettorale, l’economia italiana potrebbe perdere fino a 1,4 miliardi di euro nelle esportazioni verso gli Stati Uniti di cui oltre 300 milioni nel solo settore agroalimentare. Questo lo scenari...
I dati della ricerca semestrale di Ismea indicano che finalmente gli italiani tornano a comprare con ottimismo. Non tutti i prodotti esercitano lo stesso fascino, anche perché le preferenze sono cambiate. L'ortofrutta dimentica il trend negativo.
Angurie a meno di 10 centesimi di euro al chilo, meloni a meno di 30 centesimi, zucchine, pomodori e peperoni quasi regalati, mentre il pomodoro da mensa è andato in fumo per oltre il 35 per cento. Ma, ossserva Ismea, almeno fino a giugno il bilancio dell'agroalimentare ha chiuso in positivo.