Sono prodotti nel rispetto dell’etica del lavoro – con particolare riferimento alla salute dei lavoratori e alla loro sicurezza - la Mozzarella di bufala Campana Dop, la ricotta, la burrata di bufala e le altre specialità bufaline che escono dagli impianti di Fattorie Garofalo, l’impresa casearia che a Capua (Caserta) nel 2017 - grazie al lavoro di 90 dipendenti - ha conseguito un fatturato di 41 milioni di euro.

Dal 2017 Fattorie Garofalo ha infatti adottato il protocollo internazionale Smeta, finalizzato a correggere eventuali distorsioni nel rapporto tra impresa e dipendenti, grazie ad un audit periodico, che arriva nel giro di quattro settimane e senza preavviso. Oggetto dell’audit– superato positivamente - gli standard di lavoro per salute e sicurezza dei lavoratori. Vengono presi considerazione il rispetto dei diritti umani degli occopuati, il sistema di management, il reclutamento e gli ambienti di lavoro.

Il rispetto del protocollo Smeta si affianca all’adozione degli standard Brc, Ifs e Iso 14.000, la certificazione aziendale. Il superamento dell’audit è sempre più spesso richiesta sui mercati internazionali, Fattorie Garofalo esporta verso 42 Paesi diversi: “Il fatto che un soggetto terzo possa periodicamente accertare le buone condizioni di lavoro dei dipendenti spesso è precondizione per avviare una trattativa proprio con i buyer della grande distribuzione organizzata localizzata su estero, inizia a fare parte di quelle condizioni minime che il mercato impone – spiega Raffaele Garofalo, presidente di Fattorie Garofalo – ecco perché si è provveduto ad adottarlo”.

Da sempre Fattorie Garofalo è impegnata sul piano del rispetto dell’etica nel lavoro e nel rapporto con l’ambiente: il caseificio e le aziende agricole del gruppo sono produttrici nette di energia pulita, che perviene al Gse dalla produzione di biogas ed energia solare da impianti fotovoltaici.