Nel 2018 in Italia il volume degli investimenti in campo immobiliare è stato pari, secondo CBRE, a 8,856 miliardi di euro, in calo del 22% rispetto al 2017, anno record in assoluto con oltre 11 miliardi.

Sulla contrazione dei volumi ha pesato il periodo di incertezza politica che ha caratterizzato buona parte dello scorso anno e che ha generato un aumento dello spread, determinando un rallentamento nell’erogazione dei crediti, impedendo o ritardando alcune operazioni.

Gli eventi politici italiani dell’anno appena trascorso hanno introdotto due nuovi fattori che hanno inciso sulla situazione economica locale: le indicazioni relative alla legge di bilancio, che hanno modificato le aspettative degli operatori e confermato i timori di una possibile deroga agli obiettivi di rientro dal debito; l’impennata dello spread già accennata, soprattutto nel periodo tra aprile e dicembre.

Con l’approvazione della legge di bilancio e con un assottigliamento e una presumibile ulteriore riduzione dello spread, il mercato italiano del real estate non dovrebbe andare incontro a grandi fluttuazioni. Tuttavia l’Italia soffre ancora di mancanza di prodotto.

Il motore delle transazioni continua a essere rappresentato dagli investitori internazionali, che non smettono di manifestare la volontà di operare nel nostro Paese. Permane invece la relativa assenza di operatori italiani.

Il settore retail è quello che meglio ha reagito alla contrazione del mercato: rappresenta una delle asset class più dinamiche dell’anno, con un totale investito di 2,243 miliardi, sebbene in calo (-6%) rispetto al 2017, calo legato probabilmente alla flessione dei consumi.

Il trend è totalmente opposto a quello europeo, in cui il mercato si conferma stabile per tutti gli altri prodotti, ma vede il retail in contrazione. Le transazioni in questo comparto, in Italia, hanno riguardato quasi esclusivamente i centri commerciali, a conferma delle buone performance nel nostro Paese, dovute a una minore quantità di stock.

Nel 2019, si potrebbe assistere al completamento di alcune importanti operazioni sui factory outlet, settore che, nel nostro Paese, è ancora piuttosto silenzioso.