Indicazione dello stabilimento produttivo facoltativa? A quanto pare nessuno la vuole. Intanto, con il primo aprile, si sono aggiunte, alle carni per le quali è obbligatorio dichiarare il luogo di macellazione e allevamento, i prodotti freschi suini, ovini e avicoli.

Inoltre il Mipaaf ha reso noto l’esito della consultazione pubblica online tra i cittadini sull'etichettatura dei prodotti agroalimentari.

Hanno partecipato 26.500 persone, che hanno espresso il proprio punto di vista, rispondendo a un questionario con 11 domande sull'importanza della tracciabilità dei prodotti, dell’indicazione dell'origine e della trasparenza delle informazioni in etichetta.

Oltre il 96% ha dichiarato che è molto importante che sull'etichetta sia scritta in modo chiaro e leggibile l'origine dell'alimento e per l'84% è fondamentale che ci sia il luogo in cui è avvenuto il processo di trasformazione.
 
Per 8 italiani su 10 assume un valore decisivo al momento dell'acquisto che il prodotto sia fatto con materie prime italiane e sia trasformato in Italia. A seguire il 54% controlla che sia tipico, il 45% verifica anche la presenza del marchio Dop e Igp, mentre per il 30% conta che il prodotto sia biologico.

Per 9 su 10 è importante conoscere l'origine, per questioni legate al rispetto degli standard di sicurezza alimentare, mentre per il 70% è utile per questioni etiche, come il rispetto delle normative sul lavoro.

Gli italiani quindi vogliono conoscere sempre l'origine delle materie prime in particolare su alcuni prodotti come le carni fresche e il latte fresco (95%), i prodotti lattiero-caseari, come yogurt e formaggi (90%), la frutta e verdura fresca tagliata già pronta all'uso (88%), le carni trasformate, come salumi e insaccati, la carne in scatola (87%) o il riso (81%).

Per quanto riguarda il luogo dove avviene la trasformazione, per oltre 18.000 persone (70%) è sempre fondamentale che sia indicato in etichetta in modo chiaro, e per l'86% è molto importante che la lavorazione avvenga al 100% in Italia.

Quasi 22.000 partecipanti (82%) hanno poi dichiarato che sono disposti a spendere di più per avere la certezza dell'origine e provenienza italiana del prodotto, con quasi la metà pronta a pagare dal 5 al 20% in più.

Ha commentato il Ministro, Maurizio Martina: “L'indicazione chiara dell'origine della materia prima è un dato fondamentale per un'informazione trasparente e per la prevenzione delle frodi. Oggi siamo più forti, perché presenteremo a Bruxelles questi risultati insieme a proposte incisive per rendere le norme nazionali sull'etichetta ancora più efficaci, in linea con le nuove disposizioni dell'Unione Europea”.

Secondo il Ministro, non si è trattato di un questionario puro e semplice, ma di uno strumento di condivisione con i consumatori degli indirizzi politici su una materia che incide sulla vita di ogni giorno.

“Per noi valorizzare l'origine è un tratto distintivo e l'etichettatura è il mezzo che consente al consumatore di scegliere in modo consapevole. Allo stesso tempo siamo impegnati per il ripristino dell'obbligo di indicazione dello stabilimento di produzione in etichetta.

“Da un lato portiamo avanti una battaglia in Europa per la modifica del Regolamento e l'inserimento di questa informazione come obbligatoria, dall'altro stiamo lavorando con i tecnici della Commissione Ue per poter introdurre una norma nazionale che valga in Italia. La trasparenza e la correttezza delle informazioni al consumatore - ha concluso Martina - quando si parla di cibo, è un diritto che dobbiamo assicurare in ogni modo ai cittadini e continueremo a lavorare sempre in questa direzione”.