Abbigliamento (-8%), mezzi di trasporto (-18,2%), mobili/articoli di arredamento (-28%)e alimentazione domestica (-14%) sono le voci di consumo che, dal 1995 a oggi, hanno registrato le maggiori riduzioni.

Nel paniere di spesa delle nostre famiglie sono comunicazioni, tempo libero e vacanze che hanno invece visto aumentare la loro incidenza: dal 23,7% del 1995 al 28% del 2007.

Per il 2015, tra le 10 voci più dinamiche si distinguno proprio apparecchi telefonici (+7%), servizi alberghieri e di alloggio (+4,6%), ma anche ristoranti e pasti fuori casa (+3,1%).

Dall’analisi emerge una sempre più marcata terziarizzazione, ovvero un sensibile aumento della domanda di servizi, cresciuti in termini reali di oltre il 21% in 20 anni.

Questi, in sintesi, i principali risultati che emergono da un’analisi dell’Ufficio Studi di Confcommercio sull’allocazione dei budget degli italiani.

Il tutto in attesa che, giovedì 3 settembre, Coop Italia porti il proprio contributo, con il tradizionale rapporto annuale sulla spesa, attuale e prospettica, dei nostri connazionali.

Ma torniamo ai dati. L’analisi storica di lungo periodo evidenzia un incremento dei consumi ventennali del 10%, sintesi di uno sviluppo complessivo tra il 1995 e il 2007 del 19% e di una flessione del 7,6%, dal picco pre-crisi al 2014.

La dinamica negativa si è arrestata nel 2014 (+0,3%), sostenuta anche dalla ripresa dei beni durevoli (+3%), componente fortemente penalizzata negli anni recessivi (-28,5%), all’interno del più generale calo dei beni in generale.

Lo studio, riferito alle quantità pro capite per le singole funzioni, fornisce un quadro più dettagliato di come siano cambiate le abitudini di acquisto delle famiglie.

Il dato di sintesi mostra, tra il 1995 e il 2014, un aumento di circa il 3% reale al quale si aggiunge una stima dello 0,9% per il 2015, portando la spesa individuale, espressa in valori dell’anno in corso, a 16.484 euro, livello però ancora distante dalla cifra del 2007 (18.397 euro). L’indicazione comportamentale di fondo resta dunque la prudenza.

Negli anni della crisi i consumi per residente sono diminuiti tra il 2008 e il 2012 a un tasso medio annuo dell’1,5%, a cui si è aggiunta una contrazione del 3,9% nel 2013 e dello 0,6% nel 2014 (complessivamente la riduzione è stata dell’11,2%).

Le voci di spesa che hanno subito i più drastici ridimensionamenti sono state quelle relative all’acquisto di mezzi di trasporto (-9,3% la variazione media annua 2008-2012 e -10,2% nel 2013), di mobili e articoli di arredamento (-5,6% medio annuo tra il 2008 ed il 2012, -7,7% nel 2013 e -2,2% nel 2014), di generi alimentari (-2,5% medio annuo nel periodo 2008-2012, -4,5% nel 2013, -0,9% nel 2014). Nello stesso periodo si è invece registrato, come detto, un sensibile aumento per elettrodomestici bruni, prodotti informatici e telefonini.

In termini prospettici nel corso del 2015 tutte le macro funzioni di consumo dovrebbero registrare, in dati pro capite, un andamento positivo, con l’unica eccezione della cura del sé e della salute (-0,1%).

Le voci più dinamiche, si è detto più volte, dovrebbero essere quelle relative alle spese per viaggi e vacanze (+4%) e per la mobilità e le comunicazioni (+2%).

A livello di segmenti i dati stimati per il 2015 pongono in evidenza come, tra le dieci categorie più attive, vi siano, insomma, quasi esclusivamente prodotti e servizi legati in diverso modo alla fruizione del tempo libero e, talora, lavorativo.