Richiede strategie dedicate e si rivolge a un consumatore attento al prezzo, alla qualità e all’assortimento. Per molti rappresenta un’opportunità, un investimento. Stiamo parlando del comparto dei beni durevoli che Indicod-Ecr ha analizzato nel V Osservatorio Non Food.

Il mercato italiano - nonostante non registri da tempo e nemmeno preveda a breve termine significativi tassi di crescita dei consumi - rileva un aumento degli acquisti di beni durevoli che stanno ormai equiparando quelli degli articoli grocery, storicamente protagonisti indiscussi della spesa degli italiani. Nel 2006 i consumi delle famiglie (elaborazione TradeLab su dati Istat) hanno raggiunto 885.686 milioni di euro (+4,3% sull’anno precedente) e i prodotti non alimentari 166.188 milioni (+2,3%), superando così quelli grocery che si attestano a 159.771 milioni.

Aumentano quindi i consumi di articoli non food e non accenna a diminuire la competizione per la loro commercializzazione tra le grandi superfici alimentari e le grandi superfici specializzate, sempre più protagoniste della grande distribuzione organizzata.

La rete italiana delle gsa conta 8.851 unità e dal 2004 al 2006 ha registrato 542 nuove aperture (+6,5%). A fronte di una crescita contenuta di piccoli e medi supermercati è da segnalare l’incremento del numero di grandi supermercati e superstore - arrivati a 1.902 unità - e di ipermercati, che raggiungono quota 360. Crescono anche le grandi superfici specializzate - su tutto il territorio italiano e soprattutto nelle regioni del centro e del sud - che nel 2006 sono arrivate a contare 7.424 unità, 919 in più rispetto al 2004. Elettronica di consumo, abbigliamento e calzature, profumeria e giocattoli sono le categorie che detengono il maggior numero di grandi superfici specializzate sparse sul territorio nazionale.

Nel corso degli ultimi anni la quota delle gss sul totale della distribuzione moderna non food è cresciuta grazie sia allo sviluppo numerico dei punti vendita che all’erosione delle quote di mercato del commercio al dettaglio tradizionale. Hanno pagato quindi le aggressive politiche commerciali adottate dalle insegne e la capacità di intercettare i nuovi bisogni del consumatore, una capacità che non era nelle corde dei dettaglianti e delle gsa. Nei principali segmenti del non food le gss presentano attualmente quote rilevanti, in alcuni casi superiori al 50% del comparto.

E per il futuro? La crescente presenza di grandi superfici specilizzate in aree urbane fa immaginare un aumento della competitività del canale con le grandi superfici prevalentemente alimentari. In molte aree si prospetta anche una concorrenza più accentuata tra le diverse insegne della gss, che ricercheranno un posizionamento competitivo centrato su target di consumo più precisi e su una maggiore attenzione alla dimensione convenience, oltre che al prezzo.

Diversa la situazione delle gsa, per le quali si prospetta una difficoltà nel recupero della marginalità nei comparti non food. Una selezione strategica dei comparti dei beni durevoli su cui puntare e una maggiore integrazione degli acquisti con il food potrebbero essere le armi vincenti. A queste si aggiunge il miglioramento del servizio: cortesia e disponibilità, più competenza e assistenza tecnica e supporto nel punto vendita durante la fase di scelta.

Ma cosa pensa il consumatore dell’offerta non food e per quali prodotti è disposto a spendere di più? Queste sono altre domande a cui ha cercato di rispondere l’Osservatorio di Indicod-Ecr attraverso la ricerca di Interactive Market Research. I consumatori dichiarano di percepire un aumento della spesa non food rispetto al passato, soprattutto per l’abbigliamento e le calzature, che costituiscono inoltre la categoria con il peso maggiore sul totale acquisti. Intorno al 10% il peso dell’elettronica di consumo, l’edutainment supera il 10%, mentre il bricolage si conferma fanalino di coda.

Tre i driver principali che influenzano gli acquisti: prezzo, qualità del prodotto e assortimento. Semplifica l’acquisto il marchio, che riduce l’incertezza e la necessità di cercare informazioni qualitative per prodotti di informatica ed elettrodomestici. Per i settori dell’edutainment e della telefonia è molto importante l’elemento della novità. Il negoziante rappresenta invece il fattore meno influente, a esclusione degli acquisti di grandi elettrodomestici, prodotti di informatica e telefonia.

Sulle aspettative di spesa futura si insiste sulla crescita di abbigliamento, piccoli elettrodomestici e telefonia, a cui si aggiunge l’edutainment (libri, dvd, cd e videogiochi).