Mentre negli Usa i grandi magazzini e i department store sembrano conoscere la loro fase più critica, con incessanti chiusure, lo scenario italiano cambia in meglio.

Il fatto più significativo degli ultimi giorni è il ritorno in mani italiane di Coin. Con l’uscita del fondo britannico Bc Partners, la storica catena, passa sotto il controllo di Centenary Spa una newco, gestita dal top management di Coin e da altri investitori, e capeggiata da Stefano Beraldo, amministratore delegato del gruppo. Coin, destinata ad espandersi in Patria e oltre confine, gestisce 35 department store diretti sotto insegna omonima, Coin Excelsior Roma e Venezia e una settantina di affiliati Coincasa per un fatturato 2017 di 400 milioni di euro.

Grandi manovre anche per la sorella maggiore Ovs che prevede, oltre all’uscita di Bc Partners, che ne controlla ancora un residuo 17,8%, un rafforzamento dell’e-commerce, con un investimento di 15 milioni all’anno, il lancio di una nuova catena di casual elegante dedicata all’uomo, una forte crescita in Europa e Medio Oriente a partire da Spagna, Francia e Portogallo, Arabia Saudita, Israele e Iran.

Ovs, compresi i marchi Upim e Blu Kids, ha 1600 negozi nel mondo, un Mol previsto di 200 milioni nel 2017 e un fatturato consolidato di 1,36 miliardi nell’esercizio 2016-17.

Rinascente, dal canto suo, sta abbandonando i punti vendita con minori rendimenti, come quello di Genova, destinato alla chiusura entro il 2018, per puntare ancora più in alto. Nel 2017 il gruppo controllato dai tailandesi di Central Retail Corp ha inaugurato, il 12 ottobre,il nuovo negozio di Roma Via del Tritone. Modellato su Rinascente Duomo, che con una redditività di 20.000 euro al mq determina oltre il 50% dei ricavi dell’insegna, il megastore si articola su 17.500 mq e 8 livelli e rappresenta una delle iniziative commerciali più imponenti mai realizzate nel centro di Roma.

Rinascente Via del Tritone alligna esclusive selezioni di prodotti dei più importanti marchi dei settori moda, accessori, bellezza, lingerie e casa e un livello interamente destinato al design, più una ricca offerta in ambito food, che spazia dalla vendita al dettaglio alla ristorazione.

Non solo. Il gruppo ha anche varato la completa riqualificazione del punto vendita di Torino Via Lagrange 15. Inaugurato nel 1973, verrà totalmente rinnovato grazie a un investimento di 61 milioni di euro, per salire da 4.300 mq su 6 piani a 7.500.

All’impegno dei due leader corrisponde una strategia altrettanto decisa da parte del fast fashion - italiano ed estero - attivo nella nostra Penisola. Nonostante molte insegne siano interessate da un processo di razionalizzazione, il saldo fra aperture e chiusure è sempre attivo, come dimostra l’ultimo Rapporto Confimprese: il pronto moda, compresi l’intimo e le calzature, ha una previsione 2018 di 240 nuovi punti vendita.

Le sfide principali sono varie, ma la prima è rappresentata sicuramente dalla concorrenza/integrazione del canale online che nell’abbigliamento ha totalizzato, lo scorso anno, vendite per 2,5 miliardi di euro, con un tasso di crescita del 28% secondo l’Osservatorio eCommerce B2c promosso dalla School of Management del Politecnico di Milano e da Netcomm.

È tanto o poco? Diciamo solo che, secondo un recente studio di Mediobanca, il fatturato delle 146 aziende moda Italia si attestava nel 2016 a 66,1 miliardi di euro (+25,8% sul 2012 e +4,6% sul 2015), pari al 4% del Pil nazionale. Se nel lungo periodo i consumi interni e mondiali di abbigliamento segnano il passo, il 2017 ha dimostrato, sul nostro mercato, un trend di ripresa.

È persino inutile dire che in questo scenario a prevalere saranno i retailer con il migliore rapporto qualità prezzo, con negozi fortemente integrati con il digitale e piazzati nelle location più opportune.

Altro fattore di cui il mondo dell’abbigliamento deve tenere conto è il ritorno di fiamma della Gdo generalista verso il comparto. Se è vero che l’abbigliamento di fascia economica è stato praticamente abbandonato dagli ipermercati, è altrettanto vero che la moda è diventata, anche per la Gdo un elemento distintivo. L’estate scorsa Lidl Italia ha siglato una collaborazione con Heidi Klum, per una propria linea di fashion democratico. L’alleanza continua e giovedì 8 marzo, festa della donna, verrà lanciata #LETSDENIM, la terza collezione firmata “Esmara by Heidi Klum “, che si estende anche al target delle bambine.

Oltre oceano il colosso Walmart propone oggi 4 marchi privati di abbigliamento per donna, uomo e bambino - Time and Tru, Terra & Sky, Wonder Nation e George - disponibili esclusivamente nei negozi del gruppo e su Walmart.com a partire dal 1° marzo.

In Gran Bretagna Morrisons, la quarta catena di supermercati dopo Tesco, Sainsbury’s e Asda, offre dal 2013, in 500 punti vendita, il marchio privato di moda Nutmeg, che ora è approdato anche sul sito della catena.