Italia più anziana e multietnica
Nei prossimi cinquant’anni un calo di 11 milioni della popolazione italiana a fronte di 5 milioni e mezzo di extracomunitari in più. E i pensionati saranno la metà degli occupati.

Industria e distribuzione sono avvisate. La composizione sociodemografica del nostro paese (e non solo) sta rapidamente cambiando. Nel giro di qualche decennio, secondo le previsioni di Eurostat, la presenza di anziani e di immigrati sarà significativamente più rilevante. Al punto che è lecito immaginare scaffali con assortimenti ben diversi rispetto a quelli a cui siamo abituati oggi.

Le stime parlano chiaro. A metà del secolo vi saranno oltre 11 milioni di italiani in meno. L'Ufficio statistico della Ue, in particolare, stima che la popolazione italiana passerà dagli attuali 58 milioni a poco meno di 52,5 milioni nel 2051. Un calo peraltro che sarebbe molto più rilevante (20,5 milioni di nascite a fronte di oltre 31,5 milioni di decessi) se non fosse compensato dall'afflusso di oltre 5,5 milioni di immigrati nella penisola.

Sempre secondo le analisi di Eurostat, si prevede che nel 2051 ci saranno due persone in età da lavoro (tra 15 e 64 anni) per ogni pensionato, a fronte delle quattro attuali. Al di là di quelli che possono essere i contraccolpi economici di questi cambiamenti, una cosa è certa: l’industria e la distribuzione dovranno progressibamente tenerne conto modificando l’offerta in funzione delle mutate richieste dei consumatori. Qualche “campanello d’allarme” sta già suonando. Chi si muoverà per prima su questo terreno potrà certamente contare su qualche vantaggio competitivo.