Nei giorni scorsi a Palazzo Madama sono state approvate le mozioni sulle nuove pratiche enologiche. Il Governo si impegna quindi a ostacolare in tutte le sedi comunitarie l’aggiunta di trucioli di legno al mosto per simulare l’invecchiamento tradizionale, l’affinamento dei vini nelle botti e a prevedere l’indicazione nelle etichette del ricorso a tali sistemi.

Una scelta di campo promossa dalla senatrice Loredana De Petris, sottoscritta da settanta senatori di maggioranza e opposizione e appoggiata da Città del Vino, Coldiretti e Legambiente. Le mozioni hanno chiesto al Governo un impegno specifico affinché vengano privilegiate la qualità e la tipicità del vino italiano e sia tutelato il lavoro dei produttori vinicoli, evitando l’introduzione di sistemi produttivi che abbiano come obiettivo il livellamento dei gusti verso il basso.

Nei giorni precedenti l’approvazione delle mozioni Coldiretti e Legambiente avevano dichiarato tutto il loro dissenso nei confronti delle nuove pratiche enologiche. “Con oltre la metà della produzione nazionale garantita da denominazione Docg, Doc e Igt - ha affermato Stefano Masini, responsabile territorio e consumi della Coldiretti - il vino italiano si è conquistato il primato del prodotto agroalimentare made in Italy più esportato grazie a una immagine di qualità, che il via libera indiscriminato al gioco al ribasso dei “trucchi” in cantina rischia di compromettere per sempre.”

“La legalizzazione dell’uso dei frammenti di rovere per l’invecchiamento artificiale del vino prodotto in Europa, è un danno alla viticoltura italiana di qualità - ha dichiarato Roberto Della Seta, presidente nazionale di Legambiente -. Accettare queste norme significherebbe tradire l’identità del nostro vino e accreditare l’omologazione e il livellamento verso il basso della produzione vinicola anche a danno della qualità del prodotto offerto ai consumatori.”