Come sarà il Natale che ci aspetta? Alla domanda hanno risposto, nel giro di un paio di settimane, molti sondaggi e varie indagini. Uno dei più recenti, il ‘Barometro Coop di Natale’ (4.050 intervistati da Kkienn), spiega che la festa verrà celebrata in modo tradizionale e 6 italiani su 10 la trascorreranno a casa. Ancora più chiuso fra le mura domestiche sarà il Capodanno, con appena 2 persone su 10 intenzionate a fare uscite e spostamenti.

Per la prima volta negli ultimi sei anni, però, sembra aumentare la propensione ai regali, soprattutto nel Nord Ovest, dove la forbice dicembre 2015/2016 si alza di 4 punti. Restano invece ancora in negativo il Centro e il Sud.

Nel menu delle festività la fanno da padroni i cibi natalizi (+5% rispetto a un anno fa), l’alta qualità sale significativamente (+5%), seguita dalle tipicità locali (+ 3%), dai prodotti di marca e dalle private label.

Scorrendo la classifica dei regali più gettonati ci si accorge che i giocattoli sotto l’albero, pur essendo un classico un po’ ovunque, caratterizzano soprattutto siciliani, abruzzesi e marchigiani (tutti sopra il 60%). I pugliesi sono i più edonisti e prediligono la profumeria e cura della persona (65%), mentre i più golosi e più tradizionalisti rimangono i liguri, che donano soprattutto dolci e alimentari da ricorrenza (78%).

Dalla pattuglia dei primi 5 escono invece, questa volta, smartphone, tablet, computer, tv e fotocamere, ma entrano in modo importante le tecnologie per i contenuti digitali (lettori Mp3 e lettori elettronici di libri). L’abbigliamento, che ha vissuto un’annata davvero complessa, sembra ritornare tra i desideri dei consumatori, anche se la flessione rimane forte (-8,3 per cento).

Quanto ai luoghi di acquisto preferiti, supermercati, mercati e negozi tradizionali risultato in crescita, ma sono specialmente il canale diretto con i produttori e l’e-commerce a essere privilegiati.

Secondo l’Ufficio Studi di Confcommercio, che ha reso nota, il 14 dicembre, la propria indagine sulle tredicesime, quest’anno la mensilità aggiuntiva sarà spesa più largamente: +3,1%, ossia 1.331 euro per famiglia.

Questa fonte è più pessimista in fatto di regali. Il conto pro capite scende dai 166,1 euro del 2015 ai 164 previsti per il 2016, mentre i budget sono compressi da altre voci: miglioramento della casa, vacanze, consolidamento del bilancio familiare.

“Rispetto all'anno scorso – scrive la Confederazione - per i regali c'è una diminuzione dell'1,2%, che si accentua fino a un -30,8% se si considerano gli ultimi 7 anni. Per quanto riguarda la propensione agli acquisti in generale durante le festività, il 71,7% degli italiani prevede un Natale ‘molto dimesso’ (72,9% nel 2015, ma appena 33,7% nel 2009). Eppure in tasca gli italiani avranno più soldi rispetto al dicembre dell'anno scorso: l'ammontare netto delle tredicesime sarà di 40 miliardi, di cui il 12% verrà messo da parte e il 30% circa sarà destinato ai consumi, grazie anche all'abolizione della Tasi”.

Questa dicotomia, tra aumento del reddito disponibile e stasi degli acquisti stagionali, si spiega, secondo il direttore dell'Ufficio Studi di Confcommercio, Mariano Bella, con una "congiuntura particolarmente difficile: il Paese non ha trovato una chiara direzione di marcia e molte sono le debolezze dal punto di vista della crescita. La politica dei bonus funziona nel breve termine, ma serve invece un messaggio chiaro alle forze produttive, come il taglio generalizzato alle aliquote Irpef".

Il dato sul quale tutte le fonti sembrano concordare è l’avanzata, nel mix dei canali, del commercio on line. Anche qui c’è una grande abbondanza statistica, ma il documento più ‘fresco’ – diffuso il 13 dicembre - è il monitoraggio, su 1.000 italiani, di Showroomprive.it, costola nazionale dell’omonimo colosso europeo delle vendite private di moda.

Il 26% del campione esprime la volontà di acquistare online tutti i regali di Natale, se questo può rappresentare innanzitutto un risparmio di denaro e di tempo.

Per quanto riguarda lo ‘scontrino medio natalizio’, il 40% ha intenzione di spendere tra i 150 e i 200 euro, il 31% meno di 100, il 10% intorno ai 250, l’11% circa 300, il 7% ben 500 euro o più.