Le vendite al dettaglio continuano a tenere un ritmo poco vivace. L'andamento dei consumi, insomma, sta ancora perdendo terreno, confermandosi particolarmente fiacco sul fronte dei prodotti non alimentari. In gennaio, infatti, la crescita del valore delle vendite si è assestata su livelli che, tenendo conto di un'inflazione bloccata attorno al 2%, si traduce in termini reali in una quasi completa stazionarietà. La domanda interna conferma insomma di essere quasi completamente ferma e di non avere intenzione, almeno per il momento, di tornare ad allungare il passo, Secondo l'Istat, in gennaio le vendite al dettaglio hanno fatto registrare un incremento del 2% su base annua. Da qualkche mese a questa parte, quindi, il volume degli affari si mantiene su ritmi piuttosto lenti e molto probabilmente indurrà la domanda interna a rimandare un risveglio che difficilmente si materializzerà prima della seconda metà dell'anno. Il blando aumento delle venditer per di più, è un fenomeno che smbra coinvolgere tutte le aree del nostro paese, anche se appare più intenso nell'Italia settentrionale 8+1,7%). La crescita invece raggiunge il 2,5% nelle regioni centrali, bloccandosi al 2,2% nel Mezzogiorno. La scarsa vivacità delle vendite è del resto confermata dalla dinamica del dato destagionalizzato: tra dicembre e gennaio, infatti, le vendite hanno manifestato una situazione di quasi assoluta stazionarietà, con una dinamica che non ha superato lo 0,3% per gli alimentari e si rivela del tutto immobile per i generi non alinetari. Sempre nel gennaio 2006, l'aumento delle vendite ha interessato con maggiore intensità il settore alimentare, che ha messo a segno un incremento del 2,4%, mentre quello non alimentare ha visto la sua espansione non superare l'1,7%. Le variazioni positive più sostenute si segnalano per i prodotti farmaceutici (+3,7%) e il settore fotocine (+2,4%). L'abbigliamento fa registrare una crescita dell'1,8%. Tutti i settori fanno comunque registrare variazioni positive, anche se in alcuni casi limitate, come avviene per i mobili (+0,7%), gli articoli sportivi (+0,9%) e gioielleria e orologeria (ancora +0,9%). La grande distribuzione si è rivelata capace dell'andatura più sostenuta e ha visto crescere la sua espansione del 2,7%. Molto meno vivace, e largamente al di sotto dell'inflazione, la dinamica delle imprese che operano su piccole superfici, che hanno beneficiato di un incremento non superiore all'1,4%. Nell'ambito della grande distribuzione, a beneficiare dell'accelerazione più consistente sono stati gli hard discount (+7,9%), seguiti a distanza dagli ipermercati (+2,6%). Un aumento inferiore all'andamento dell'inflazione si segnala per i supermercati (+1,9%).