Lo scenario in cui si trova a operare il sistema d’imprese italiano - come ha illustrato nel discorso d’apertura Dario Rinero, presidente di Indicod-Ecr e presidente e amministratore delegato di Coca-Cola Hbc Italia - non è particolarmente brillante.

“Nonostante l’economia italiana stia dando segnali di ripresa -commenta Rinero - senza reali riforme strutturali le imprese non potranno competere in modo realmente efficace, con ripercussioni pesanti sul sistema paese e quindi sul benessere complessivo della popolazione.”

E proprio in relazione al cambiamento e al miglioramento dell’efficienza complessiva delle nostre imprese e del mercato, Indicod-Ecr ha ribadito la volontà di contribuire a perseguire questi obiettivi diventando l’interfaccia di riferimento per tutte le problematiche di filiera.

Durante l’incontro - che ha visto autorevoli relatori proporre le proprie analisi e alcuni esponenti dell’industria e della distribuzione esporre i propri punti di vista nel corso di una tavola rotonda - sono stati presentati anche i risultati di una ricerca realizzata da Bain & Company per Indicod-Ecr, con l’obiettivo di delineare la possibile evoluzione della distribuzione in Italia.

“Riteniamo che la strada per intercettare la domanda di consumi passi attraverso lo sviluppo di formati distributivi distintivi e focalizzati, indirizzati verso le due anime di consumo, quella premium o quella value. - ha sintetizzato Marco Costaguta, partner di Bain & Company - Oppure attraverso il rinnovamento dei modelli tradizionali (il mainstream), tenendo conto delle differenze territoriali esistenti e sviluppando le adiacenze di business.”

Giulio Giorello - docente di filosofia della scienza - ha dato il via ai lavori del convegno offrendo spunti evocativi sul concetto di cultura come merce e sottolineando come le strutture emerse dal progresso tecnico-scientifico abbiano profondamente modificato i nostri rapporti e continuino a cambiare il nostro mercato.

Durante il proprio intervento Tito Boeri, docente di economia, ha presentato una situazione non particolarmente rosea: crollo della produttività, reddito pro-capite sceso al di sotto della media europea, perdita delle quote del mercato e peggioramento dei conti pubblici.

I dati Istat confermano inoltre come quella italiana sia una crescita modesta, di molto inferiore a quella della media europea. “Esistono comunque dei margini di ottimismo derivanti dal fatto che su molti settori possiamo recuperare - commenta Boeri - perché possediamo le risorse per fare decisamente meglio.”

Le terapie sono ormai note. Per risanare davvero bisogna bloccare la crescita della spesa pubblica, puntare sul capitale umano e non sul lavoro poco qualificato, sul lavoro dei giovani e su quello degli anziani. E’ importante inoltre procedere con la liberalizzazione dei servizi perché ”le liberalizzazioni non sono un gioco a somma zero – prosegue Boeri - ma creano più ricchezza per tutti.”

Giuseppe Cogliolo - amministratore delegato di McCann Erickson - ha riportato il tema su ciò che può fare la comunicazione, che esiste solo nel momento in cui sollecita una domanda. “Ci troviamo di fronte a delle economie mature in Italia, in un momento di sovrabbondanza di produzione, l’efficienza che tutti noi cerchiamo nelle nostre aziende è un imperativo categorico ma rischia di essere arrivata ormai alla fine della corsa”, commenta Cogliolo. “E’ chiaro che bisogna rinnovare l’efficienza, ma con i tagli dei costi e senza l’innovazione e la creatività, difficilmente riusciremo a rimettere in moto solo con la comunicazione una motivazione alla domanda.”

Da dove arriverà allora la crescita del futuro? Secondo una ricerca McCann Erickson su un campione molto rappresentativo di top executive in tutto il mondo, bisogna puntare sulla creazione di domanda per prodotti già esistenti, ritornare per certi versi a lavorare sulle marche che abbiamo e ripartire da lì.