Il ministro dello Sviluppo economico Bersani, dopo aver dato a supermercati e ipermercati la possibilità di vendere farmaci da banco in spazi specifici, sta vagliando la possibilità di liberalizzare la vendita della benzina.

Se il disegno di legge diventerà decreto, i centri commerciali potranno impiantare dei distributori di benzina propri e stabilire il prezzo del carburante. I vantaggi? Tutti per il consumatore, che avrebbe quindi a disposizione un numero maggiore di punti di rifornimento del carburante e la possibilità di acquistarlo a un prezzo minore.

Del resto il costo della benzina in Italia rappresenta un argomento da tempo controverso, soprattutto dopo le recenti polemiche sollevate dalle associazioni dei consumatori sul mancato calo dei listini, a fronte della diminuzione del prezzo del petrolio di quasi il 30% negli ultimi sei mesi.

Attraverso le liberalizzazioni il ministro Bersani intende quindi abbattere tutti i vincoli burocratici che oggi limitano la gdo nell’apertura dei distributori di benzina.

Storicamente in Italia i prezzi dei prodotti petroliferi sono stati quasi sempre, fin dalla loro comparsa sul mercato, regolati dalla pubblica amministrazione.

Solo nel maggio 1994 si è arrivati a una svolta che ha permesso alle compagnie petrolifere di poter stabilire i loro prezzi sia in base alle quotazioni del mercato internazionale del greggio e dei prodotti, così come fissate giorno per giorno dalle contrattazioni nelle principali borse mondiali, sia in base ai costi operativi interni di ciascuno (distribuzione primaria e secondaria, margine del gestore, oneri finanziari e spese generali e di manutenzione). Costi che in Italia sono stati e sono tuttora mediamente più elevati rispetto a quelli degli altri Paesi, dove il processo di ristrutturazione della rete carburanti è stato avviato da oltre due decenni e ancora oggi continua.

Le aziende petrolifere possono però solo fissare il cosiddetto "prezzo consigliato" poiché la normativa affida al gestore la definizione del reale prezzo di vendita.

Con la proposta di liberalizzazione della benzina di Bersani sembra quindi soffiare aria nuova nelle stanze un po’ impolverate della gdo italiana che, sull’esempio delle grandi catene europee, è sempre più propensa all’innovazione e a rispondere alla ricerca di convenienza dei consumatori.

Attualmente infatti sono poche le catene della gdo che presentano tra i propri servizi quello dei distributori di benzina propri. Le più all'avanguardia sono le francesi Carrefour e Auchan. La prima, leader della grande distribuzione organizzata in Europa e presente in Italia anche con le insegne Gs e Dìperdì, ha già aperto diversi distributori di carburante.

Da ricordare inoltre l’azione di Auchan Italia, società del gruppo francese, che dal 2004 ha avviato la gestione di cinque pompe di benzina: una a marchio proprio, le altre in collaborazione con Tamoil e Shell, dove è possibile fare rifornimento risparmiando da 5 a 10 centesimi di euro per litro.

Anche Conad punta sulle pompe di benzina: al momento ne ha solo una a marchio proprio – a Gallicano in provincia di Lucca che vende il carburante importato da Leclerc – e prevede nuove aperture per il 2007 e il 2008.