Globalizzazione e internazionalizzazione, innovazione e recupero di efficienza. Sono questi i “confini” entro i quali si dibatte il comparto ortofrutticolo italiano. Un comparto importante per il nostro paese. Sia in termini economici che produttivi. Con i suoi 24,5 milioni di tonnellate (pari a un fatturato di 22,6 miliardi di euro), l’ortofrutticoltura italiana, infatti, fornisce da sola il 25% dell’intera produzione dell’Europa comunitaria.

Un’annata positiva
Il 2006, tutto sommato, si è chiuso positivamente. Caratterizzato da una annosa crisi strutturale e dopo due anni di redditi al ribasso, il settore – secondo le stime divulgate da Lead e Osservatorio di Cesena Fiera su dati Ismea e Istat - ha mostrato qualche segnale positivo: una significativa ripresa dei consumi delle famiglie (+3% in quantità e +10% in valore) e un incremento delle quote export (+20% il saldo dell’interscambio con l’estero). A fronte di una crescita del fatturato complessivo del 2,7%, però, i volumi sono calati del 5,6%.

I problemi strutturali
La verità – ammettono gli esperti - è che il comparto stenta a reggersi. Lo sviluppo della competizione internazionale e la conseguente crescita dell’offerta di paesi emergenti o di new entries comunitarie (ma anche i cambiamenti in atto a livello di domanda e le radicali trasformazioni che interessano l’area della logistica e del packaging) mettono a nudo la fragilità organizzativa del settore, sia in termini di governo dell’offerta (solo il 30% dei volumi sono immessi sul mercato in maniera organizzata dai produttori italiani), che di efficienza e innovazione della filiera. Un solo esempio a questo proposito. Se parliamo di prodotti venduti sfusi, la logistica e il packaging pesano ormai il 35-40% del costo di produzione e trasporto degli ortofrutticoli freschi fino al punto di vendita. Ma possono superare il 50% se consideriamo il confezionato.

Efficienza e organizzazione
«C’è una forte necessità di un accordo organico tra i vari soggetti che compongono la filiera – lamenta Domenico Scarpellini, presidente di Cesena Fiera, organizzatrice di Macfrut, fiera di riferimento del settore - un accordo che porti a diminuire i passaggi burocratici, abbatta i costi di produzione e concentri l’offerta. Occorre inoltre che la riforma dell’Organizzazione Comune di Mercato proponga modifiche all’attuale regolamento, modifiche che vadano nel senso di semplificarne l’applicazione. L’obiettivo deve essere quello di avere un trattamento reciproco ed uguale fra partner commerciali».

L’innovazione produttiva
Le opportunità di sviluppo del comparto, d’altra parte, non mancano. Sul piano produttivo, basti pensare a ciò che è accaduto nel mercato del kiwi. Originario della Nuova Zelanda, questo frutto è “approdato” in Italia, la quale, dopo pochi anni, ne è diventata la prima produttrice mondiale (nel 2006 ha prodotto mezzo milione di tonnellate). Ma lo stesso si può dire del mandarancio, del mini cocomero, dell’uva senza semi, del pomodoro nero, e della stessa Pink Lady e Fuji, mele che innovano la qualità e il sapore.

Cina e India
Ma anche a livello di nuovi mercati di sbocco non mancano occasioni di crescita. Emblematici, a questo proposito, sono i casi della Cina, che ha oltre 200 milioni di persone (quasi quanto Francia, Germania e Italia) con un reddito simile a quello del ceto medio alto dell’Unione europea; e dell’India dove, accanto a situazioni da quarto mondo, convivono prestigiose realtà produttive ed economiche capaci di creare redditi da consumatori ricchi.

Più estero a Macfrut 2007
Proprio all’estero guarda con crescente interesse Macfrut, la “vetrina dell’ortofrutticoltura internazionale” giunta alla sua 24esima edizione (in programma a Cesena da giovedì 26 a sabato 28 aprile). «Accanto ai momenti dedicati alle problematiche internazionali – si legge in una nota degli organizzatori - la manifestazione dedicherà la sua attenzione alle strategie per il rilancio della frutta e verdura "made in Italy"». A margine di Macfrut si svolgeranno alcuni consueti appuntamenti, come il 18° Agro Bio Frut (Salone delle nuove tecnologie e delle sementi), il 12° Salone delle Produzioni Biologiche Mediterranee (dedicati entrambi all'ortofrutta biologica) e il 17° Trans World (Salone del Trasporto Agroalimentare). Macfrut 2007 si terrà su una superficie di 30.000 mq e vdrà la partecipazione di circa 700 espositori. Nel 2006 i visitatori, tutti operatori professionali, sono stati oltre 20.000. Di questi, il 20% provenienti da 80 paesi esteri.