Nel prossimo decennio retailer e produttori di beni di largo consumo potrebbero generare un valore pari a 2.950 miliardi di dollari, a beneficio della filiera, accelerando la propria trasformazione digitale, come evidenzia un rapporto di Accenture Strategy per World retail forum, che riporta numeri quantificati su un arco temporale di un decennio e riferiti alle economie evolute.

I dati inerenti ai consumatori fanno riferimento all’ultimo ‘Accenture Strategy global consumer pulse research’, che ha coinvolto un totale di ben 25.426 persone, ripartite in 33 Paesi nel periodo luglio-agosto 2016, inclusi 1.501 italiani.

Angelo D’Imporzano, senior managing director Accenture products, riferisce che 'Painting the digital future of retail and consumer goods companies’, questo il titolo dell’analisi, “dimostra che l’innovazione tecnologica darà vita a esperienze di acquisto variegate, le quali soddisferanno la richiesta di semplicità, convenienza e coinvolgimento. “

“Grazie a 2.950 miliardi di dollari stimati – continua il top manager - i consumatori potranno beneficiare di enormi vantaggi, ottenendo un risparmio, in termini di tempo e costi, di più di 2.000 miliardi. La capacità di distributori e produttori di generare tali cifre dipenderà da quanto essi riusciranno ad approfondire la conoscenza dei clienti, integrando tecnologie dirompenti e adottando modelli di business innovativi.”

Venendo all’Italia si osserva che oggi il 39% degli acquirenti sarebbe disposto a concedere agli operatori economici l’accesso ai propri dati personali in cambio di un’esperienza migliore o di un vantaggio economico. Un altro 37% si abbonerebbe a un servizio di ricerca continuativa che individuasse beni e servizi al miglior prezzo, consigliando attivamente a quali brand rivolgersi e quando. Il 28% dei nostri connazionali utilizzerebbe modalità digitali basate su sensori in grado di rispondere alle richieste dei singoli. Un 25% sarebbe incline a sottoscrivere addirittura un abbonamento per effettuare gli ordini più azzeccati in modo del tutto automatico.

“Da qui al 2027 il sistema del largo consumo cambierà più profondamente di quanto non sia avvenuto negli ultimi 40 anni - osserva D’Imporzano -. Per rispondere alle aspettative su possibilità di scelta, convenienza ed esperienza d’acquisto, il settore sarà sempre più sollecitato a innovare, il che porterà a un’enorme crescita del commercio digitale.”

Per approcciare con successo la prossima impennata dell’online la filiera deve guardare a concetti avanzati, ma già in qualche misura testati, a partire dalla sharing economy (il mercato del noleggio di prossima generazione), che assicura convenienza ed esperienza anziché proprietà, a un prezzo molto inferiore. Il 54% degli italiani dice che sarebbe disposto a stipulare contratti non solo per auto e altri beni durevoli, ma anche per capi di abbigliamento da indossare solo in certe occasioni.

Elementi ai quali viene data particolare importanza sono personalizzazione e convenienza. Anche qui il cliente finale è ben disposto verso abbonamenti ‘Surprise me’ per il vestiario, con ordini automatici decisi in funzione dei propri gusti e scelti da esperti e stilisti.

Riassortimento automatico: sensori intelligenti rilevano quando un prodotto sta per esaurirsi in casa e procedono da soli a ordini e consegne. In particolare il 65% degli italiani sarebbe soddisfatta del servizio per i detersivi e il 60% per gli alimenti freschi.

Il ‘Do it for me’, prevede invece, che alcune incombenze ricorrenti, come lavanderia e tintoria, vengano svolte da soggetti terzi che consegnano ovviamente a casa (51% di interessati).

Questa forma di terziario avanzato e automatizzato implicherà cambiamenti sociali e a livello di imprese, modalità di lavoro, regolazione dei flussi logistici da parte degli enti locali.

Con la diffusione del commercio digitale i punti vendita ripenseranno i propri spazi, che assumeranno un ruolo simile a quello di uno showroom di nuova generazione, dunque sempre più spinto verso intrattenimento, attività ludiche e cultura del prodotto e sempre meno incline all’offerta concreta di beni, alimentari e non.

Le tecnologie emergenti incrementeranno il livello di efficienza e cambieranno significativamente l’approccio al lavoro. Business leader e decisori istituzionali dovranno focalizzarsi su una veloce riqualificazione del personale, creando partnership con istituzioni scolastiche e influendo sulla politica, affinché soddisfi le esigenze di chi ha o avrà un impiego.

Infine il propagarsi delle consegne rapide e a domicilio, aumentando il numero dei vettori in circolazione, dovrà tenere il passo con la difesa dell’ambiente: dunque via libera a furgoni elettrici, a imballaggi sempre più in grado di saturare i vani di carico, a infrastrutture di riciclo e riutilizzo dei materiali attive capillarmente sul territorio.


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