La vicenda delle uova al Fipronil, che durante l’estate ha tenuto banco sui giornali italiani e internazionali, coinvolgendo poco meno di una cinquantina di Paesi, fra i quali l’Italia, viene arginata, nel nostro Paese, da un protocollo di settore, firmato presso il Ministero della Salute, in accordo con le autorità sanitarie e i dicasteri delle Politiche agricole e dello Sviluppo economico.

La certificazione prevede l'esecuzione di autocontrolli a partire dal 15 ottobre e successivamente, come riferisce il Ministero della Salute, “con una cadenza regolare di esami di laboratorio miranti a escludere la contaminazione con gli antiparassitari fipronil e amitraz”.

La garanzia volontaria, di fatto resa obbligatoria dalle preoccupazioni generali, è stata sottoscritta, presso da Aidepi, Aiipa, Aia (Associazione italiana allevatori), Alleanza Delle Cooperative Italiane-Agroalimentare, Assoavi, Cia, Coldiretti, Cna Agroalimentare, Confagricoltura, Federalimentare, Unaitalia, realtà che coprono sia il consumo di prodotti avicoli tali e quali, sia degli alimenti trasformati.

Il danno, per il settore, non è ancora stato stimato, anche per via delle vacanze estive, ma di fatto non mancano timori di una possibile inversione di trend. Da noi infatti la domanda è in costante aumento, dato che si tratta, fra le altre cose, di una fonte di proteine a un prezzo decisamente popolare.

Secondo Unaitalia “cinquant’anni fa ogni italiano mangiava circa 120 uova. Oggi (dati 2014), il consumo pro-capite ha raggiunto le 218 unità, di cui 142 consumate tal quali e le restanti sotto forma di pasta, dolci e altre preparazioni alimentari”.

Un andamento che è proseguito, nel biennio, grazie a una variazione del mix degli acquisti. Come riferisce il ‘Rapporto Coop 2017’ se le uova di galline allevate in batteria, nel 2016, hanno perso l’8,2%, quelle allevate a terra hanno compiuto un balzo del 15 per cento”.

L’adesione al sistema di autocontrollo, spiega ancora il Ministero della Salute, non esclude la possibilità per le aziende di essere sottoposte a controllo ufficiale, e sarà rivisto alla luce dell'evoluzione della situazione a livello comunitario.

Coldiretti, impegnata fin dall’inizio per l’ottenimento di una certificazione ‘Fipronil Free’ insieme ad Assoavi, l’Associazione che comprende la filiera italiana delle uova, sottolinea che si tratterebbe della prima etichetta di questo tipo in Europa, ma constata anche che la vicenda ‘partita negli allevamenti di Olanda Belgio Germania e Francia ha provocato un drastico calo dei consumi’.

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