Le Gelaterie Grom, tempio del cono e della coppa artigianale all'italiana, con base a Torino, 55 esercizi commerciali, dei quali 10 oltre confine (Giappone, Francia, Usa), un valore stimato in 50 milioni di euro, lanciano un aumento di capitale che sarà riservato a un socio di gran nome, ossia Illy. Il re triestino del caffè acquisirà a breve, forse già oggi, il 5% di Grom, per una somma di 2,5 milioni di euro.

Riccardo Illy siederà nel Cda, insieme ai due soci di maggioranza (50% a testa prima dell'operazione), Federico Grom e Guido Martinetti. La funzione di Illy è quella di dare una spallata, con il proprio bagaglio culturale in fatto di locali destinati a distribuire un prodotto gustoso e tipicamente italiano, allo sviluppo della rete di Grom, specialmente in terra straniera, dove il socio triestino non manca certo di competenza, coprendo 140 nazioni.

Se da un lato il primo effetto dell'alleanza sarà l'apertura di almeno una decina di nuove gelaterie (4 in terra straniera), il secondo sarà di accostare il gusto di un ottimo gelato a quello di un ottimo caffè nei locali Espressamente Illy. L'abbinata, a quanto pare, è già stata tentata e si è rivelata di grande successo.

Grom, dal canto suo, un gioiellino del made in Italy, dimostra ora la necessità di trovare nuove risorse dirette allo sviluppo. Nell'ultimo esercizio il gruppo torinese ha ottenuto ricavi per 33 milioni di euro, un utile di 400.000 euro, debiti per 9 milioni e una disponibilità liquida di 1,7 milioni.

Il tutto va inoltre a portare un altro mattone a quel fronte del gusto che i triestini di Illy stanno spostando sempre più in avanti, avendo messo d'accordo, oltre al proprio marchio, i nomi di Domori (cioccolato), Damman Frères (infusi), Agrimontana (frutta) e Montalcino Mastroianni (vino).