L’Italia sembra destinata a rimanere ancora a lungo il solo Paese europeo con una vera liberalizzazione commerciale, considerato che la normativa francese, ideata dal ministro dell’Economia Emannuel Macron, ha pesantissimi vincoli e che ieri il Governo britannico è stato sonoramente battuto su un mini progetto di deregulation. La Camera dei Comuni, infatti, ha espresso 286 voti contrari su 317.

La norma, se approvata, avrebbe esteso, nell’ordinamento di Inghilterra e Galles, le attuali ore domenicali, limitate alla fascia dalle 10 alle 18, permettendo, secondo le associazioni dei grandi retailer, maggiori fatturati e creando nuove opportunità di lavoro. Il “no” della Camera è venuto dopo un acceso dibattito e ha bloccato anche il progetto pilota proposto dall’Esecutivo per testare in anticipo la concreta fattibilità della cosa, misurandone fra l'altro anche le eventuali ricadute negative.

Ricordiamo, tornando all’Italia, che dopo tante lotte tra favorevoli e contrari, almeno Esselunga sembra avere trovato un buon equilibrio, creando un precedente che potrebbe fare scuola: oltre il 60% dei dipendenti, nel referendum indetto il 26 e 27 febbraio, ha detto sì all’accordo sul lavoro festivo che partirà il 2 maggio per la durata di un anno.

È prevista, fra l’altro, la programmazione trimestrale dei turni, la fissazione di un tetto massimo di domeniche lavorative e sono indicate le maggiorazioni dei compensi. In Esselunga la scelta di prestare la propria opera nella giornata di domenica spetterà al singolo e sarà volontaria.