Confcommercio compie 70 anni – è nata il 29 aprile del 1945 – e, come è logico, fa il punto su un periodo, altrettanto lungo, di consumi italiani, nel quale è calata la spesa per gli alimenti, si è rafforzato e diversificato l’apparato distributivo, è aumentato in modo esponenziale il peso del debito pubblico per abitante.

Nel 1945 in un contesto di sopravvivenza per gli effetti della guerra, la richiesta delle famiglie era rivolta, per circa l’80% a food e bevande (negli anni prebellici era intorno al 54%). Già nel 1955, però, i consumi si erano diversificati e la quota di beni non food e servizi aveva raggiunto il 39%, mentre il cibo scendeva al 50%. “Oggi, in una società post-industriale e fortemente terziarizzata – osserva la Federazione – la quota dei primi supera il 75%, mentre la spesa alimentare rappresenta meno del 20%. Per pasta, uova e olio di oliva i prezzi sono in media più bassi che negli anni Cinquanta”

Ma come è cambiata la distribuzione? Nell’immediato dopoguerra gli esercizi commerciali totali al dettaglio non raggiungevano le 800.000 unità, di cui circa 250.000 erano operatori in forma ambulante.

Migliorando nel corso degli anni Sessanta e Settanta le condizioni di vita e di reddito dei cittadini, la rete degli esercizi si è ampliata sul territorio superando, nel 1971, il milione di unità. Oggi la rete, formata da punti di vendita molto più grandi, si è però assestata al di sotto delle 950.000 unità, di cui oltre 188.000 ambulanti.

Nel 1945 l’Italia era povera e, pur uscendo da un lungo e doloroso conflitto bellico, evidenziava un debito per abitante inferiore rispetto al reddito prodotto. Negli anni del boom si registrava un Pil per abitante, calcolato con i valori attuali, che superava i 9.000 euro e un debito pubblico che per ogni italiano era di soli 2.300 euro: il Pil prodotto, insomma, era 4 volte superiore al debito accumulato. A partire dagli anni Settanta, con la crisi petrolifera, il divario tra Pil e debito pubblico ha iniziato ad assottigliarsi, per invertirsi completamente dagli anni Novanta. E, oggi, a fronte di un prodotto interno lordo per abitante pari a circa 27.000 euro, ci sono oltre 35.000 euro di debito per ogni italiano.


Foto di Alessandro Cataldo