Dai 411 milioni di vendite di prodotti confezionati in iper e supermercati italiani nel 2008, la categoria degli alimenti biologici è arrivata a superare il miliardo di euro nel 2016, con un peso del 3% sul totale food, inanellando incrementi annui regolarmente a doppia cifra dal 2010 in poi, con picchi del +19% nel 2015 e 2016: il trend in questi ultimi due anni è raddoppiato rispetto alla crescita media del periodo 2010-2014.

Dati davvero notevoli quelli emersi il 19 gennaio, nella seconda giornata di Marca, durante il convegno 'Biologico, un mercato sicuro', organizzato da Adm (Associazione distribuzione moderna) e Assobio. Ancora più sorprendente è l’incidenza raggiunta, sul comparto, dalle private label, che formano oggi il 45% delle vendite in valore.

Nel 2016 le prime 10 categorie per fatturato al consumo – che rappresentano poco meno della metà del totale - hanno avuto incrementi dal 5 al 22%.
Sono biologici il 54% della pasta integrale, il 32% delle bevande sostitutive del latte e il 20% dei legumi secchi e cereali che ogni giorno passano agli scanner, ma anche il 30% delle confetture, il 14% delle uova, il 10% dello yogurt magro, il 9% delle farine.

Nel 2016 ha acquistato qualche prodotto biologico il 74% delle famiglie italiane (+1,2 milioni rispetto al 2015), con millennials e fascia dai 30 ai 44 anni sopra la media nazionale. Di queste, il 68% rientra fra i consumatori abituali.

Per il 27% degli acquirenti i prodotti biologici sono più sicuri per la salute, per il 20% sono più rispettosi dell’ambiente, per il 14% sono più controllati. Il 13% li compra perché sono più buoni, ma il 10% perché non si fida più degli alimenti convenzionali.