Restano dunque poche ore per rivedere i prezzi al dettaglio, ammesso che le aziende distributive – ricordiamo il caso di Zara – non decidano di riassorbire il rincaro all’interno del proprio margine. Tutte da rifare dunque, le etichette a scaffale e tutti da ristampare i cataloghi, a meno che, come è possibile, non si scelga la via più realistica delle etichette adesive apposte su quelle precedenti.
Per estrapolare il nuovo prezzo è necessario moltiplicare il vecchio prezzo per il seguente coefficiente: 1,00833334.
Confcommercio ha elencato i prodotti per i quali è previsto il tanto temuto ritocco a partire da questo week-end. Fra gli altri: televisori, computer, giocattoli, abbigliamento e calzature, elettronica di consumo e telefonia, bevande analcoliche e alcoliche, vini, valigeria, mobili, biancheria ecc. Non verranno toccati, invece, i beni attualmente soggetti all’aliquota del 4% (beni di prima necessità) e quelli gravati dal 10% di imposta indiretta.
Si calcola che su un paio di scarpe da 120 euro l’aumento sarà, per fare un esempio, nell’ordine di 1 euro.