Le proteste contro l’etichetta a semaforo, introdotta dalla Gran Bretagna e dalla Francia, dove in ottobre è stato approvato il sistema ‘nutriscore’, assumono i toni di una rivolta generale che ha raggiunto Bruxelles in occasione dell’incontro “L’etichetta alimentare corretta che informa senza fuorviare”, organizzato dagli eurodeputati Paolo De Castro ed Elisabetta Gardini con il sostegno del Gruppo Socialisti e Democratici europei e del Partito popolare europeo, da Coldiretti, dall’Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare e da Federalimentare. Lo riferiscono il Corriere della Sera e il sito di Coldiretti.

De Castro, primo vicepresidente della Commissione agricoltura del Parlamento europeo ha commentato: «Respingiamo con forza il sistema di etichettatura a semaforo, che dalla Gran Bretagna si sta diffondendo in altri Stati europei: non è accettabile che un bollino verde, giallo o rosso possa decretare se un cibo è buono o cattivo per la salute di chi lo consuma, basandosi solo sulla percentuale di sale, zuccheri e grassi che contiene”.

Altrettanto forti le parole di Paolo Moncalvo, presidente Coldiretti: “L’Unione Europea deve intervenire per impedire un sistema di etichettatura, fuorviante discriminatorio e incompleto che finisce per escludere paradossalmente dalla dieta alimenti sani e naturali che da secoli sono presenti sulle tavole. Per l’Italia a essere bocciati dal semaforo rosso inglese ci sono, fra l’altro, le prime tre specialità Dop made in Italy più vendute da noi e all’estero come il Grana Padano, il Parmigiano Reggiano e il prosciutto di Parma, ma si arriva addirittura a colpire anche l’extravergine di oliva”.

In completa sintonia Giorgio Mercuri, presidente dell’Alleanza delle Cooperative Agroalimentari, che durante un incontro romano, ha dichiarato: “La qualità e l’indiscusso valore delle produzioni alimentari made in Italy vanno difesi da sistemi di etichettatura che veicolano ai consumatori messaggi fuorvianti, facendo leva solo su singoli parametri e su valutazioni astratte che non considerano i prodotti nel ruolo che essi rivestono nel più ampio riferimento al contesto generale di uno stile di vita come quello mediterraneo”.